Ottimizzare le vaccinazioni anti-Covid a domicilio per soggetti fragili: il vademecum

Campagne vaccinali, tutela dei soggetti più fragili e necessità di assistenza domiciliare. Tre tematiche che, nel contesto attuale, possono dare vita a una precisa domanda: come ottimizzare le vaccinazioni delle persone fragili a domicilio? Al quesito hanno cercato di rispondere la Confederazione Associazioni Regionali di Distretto (CARD) e la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), che in un documento congiunto hanno indicato le coordinate per ottimizzare le vaccinazioni dei pazienti fragili nella propria abitazione.

Il documento di Card e SItI parte da una problematica fondamentale: da una rapida ricognizione effettuata tramite i presidenti regionali di Card, si riscontra che non è presente una modalità univoca per effettuare la vaccinazione al domicilio dei soggetti con elevata fragilità. Nel contempo esiste la consapevolezza che con l’attuale tempistica le vaccinazioni di questa coorte di persone potrebbe prolungarsi per settimane. In Italia tra i soggetti di età superiore a 65 anni (9.439.387 persone al primo gennaio 2020) la popolazione in assistenza domiciliare è il 6,7%. Sulla base di dati e analisi, si può stimare che l’ordine di grandezza indicativo delle persone candidate alla vaccinazione a domicilio si aggiri attorno a 400mila unità.

Allo stato attuale è prioritario proteggere le coorti di anziani seguiti al proprio domicilio nelle forme di assistenza domiciliare integrata sul territorio, che vede usualmente impegnate due figure professionali: il Medico di Famiglia e l’Infermiere. A questi può aggiungersi il personale dei Servizi Sociali dei Comuni/Ambiti ed altri professionisti, secondo organizzazioni locali caratteristiche. Le raccomandazioni raccolte nel documento, suddivise in 7 linee guida, possono essere raggruppate sotto una preliminare raccomandazione: è necessario procedere con urgente priorità mediante strategie proattive per la vaccinazione a domicilio di tutti i soggetti che per ragioni sanitarie o abitative non possono accedere o essere trasportati nei siti vaccinali.

Vediamo ora quali sono le linee guida contenute nel documento firmato Card e SItI:

1. Formalizzare un protocollo operativo di collaborazione tra Dipartimenti di Prevenzione e Distretti/Cure Primarie che definisca responsabilità, criteri di individuazione dei soggetti eleggibili e tempi certi di completamento del ciclo vaccinale

2. Individuare i soggetti eleggibili da sottoporre a vaccinazione domiciliare

  • Creare e aggiornare l’elenco dei vaccinandi sulla base dei dati amministrativi (soggetti inseriti in un progetto di assistenza domiciliare) in possesso di Distretto/Azienda Sanitaria/Regione;
  • Integrare l’elenco con ulteriori casi segnalati dal Medico di Medicina Generale, dai professionisti afferenti a Distretto/Cure Primarie in primis infermieri, e dagli operatori dei Servizi Sociali, anche raccogliendo la segnalazione spontanea proveniente da utenti, familiari, caregiver o amministratore di sostegno (casi candidati/invitati ai Centri Vaccinali territoriali ma non trasportabili, sindromi da
    allettamento).

3. Pianificare la vaccinazione 

Gli elementi essenziali:

  • Addestrare e informare il personale vaccinatore;
  • Segmentare l’elenco dei vaccinandi in sotto-elenchi di persone vaccinabili nella stessa giornata in territorio contiguo, al fine di rendere il più efficiente possibile la seduta vaccinale ed evitare il deterioramento/spreco del farmaco;
  • Contattare il paziente o il caregiver per confermare la necessità e disponibilità della vaccinazione, stabilire l’appuntamento (giorno/ora, luogo, persone di riferimento, valutare la presenza di altre persone eleggibili per la vaccinazione quali conviventi);
  • Pianificare l’acquisizione del numero di dosi ed il percorso erogativo che consenta di utilizzare tutte le dosi nei tempi di validità, per massimizzare l’efficienza delle operazioni; dotarsi di un piano di contingenza per evitare di sprecare dosi;
  • Raccogliere il consenso delle persone da vaccinare. Nel caso in cui la persona non sia in grado di esprimere un valido consenso (secondo legge 29 gennaio 2021, n. 6), si condivide con il familiare di riferimento la decisione di procedere alla vaccinazione, stante l’indicazione alla stessa quale tutela della sua salute;
  • Raccogliere l’anamnesi ed evidenziare eventuali controindicazioni assolute o relative (valutazione del rischio individuale); è auspicabile che il consenso informato sia acquisito e la scheda anamnestica sia compilata a cura del medico che ha in carico il paziente, per snellire l’azione di chi dovrà effettuare a casa la vaccinazione;
  • Monitorare costantemente le condizioni di trasporto e somministrazione del vaccino con apposite check-list.

4. Effettuare la vaccinazione

  • Il professionista che pratica la vaccinazione al domicilio segue le procedureprotocolli già definiti dall’Azienda Sanitaria per l’attività nei Centri Vaccinali. In particolare, andrà verificata: presenza del consenso e dell’anamnesi; valutazione delle condizioni cliniche del momento; sicurezza dell’ambiente e dell’assenza di ogni altro parametro di contesto che possa pregiudicarne la regolare e sicura effettuazione. Si raccomanda al riguardo l’utilizzo di una check-list aziendale, da adottare uniformemente in tutto il territorio.
  • Le Direzioni delle Aziende Sanitarie regolano la possibilità di effettuare o meno la vaccinazione con la sola presenza del Medico o di altro professionista autorizzato. Si ritiene opportuna la presenza di due operatori quando sono preventivamente note condizioni di particolare complessità del paziente e/o del contesto domiciliare di operatività.
  • Si considera preferibile, ove possibile, che chi effettua la vaccinazione a domicilio sia un professionista sanitario che conosce da tempo il paziente ed i familiari, gode della loro fiducia; sia consapevole al massimo grado che i benefici superano i rischi; sia in grado di valutare prontamente il paziente nell’immediato e nel breve-medio termine (continuità della presa in carico).
  • Al termine della vaccinazione, il professionista che ha effettuato la vaccinazione porta la responsabilità di segnalare l’eventuale comparsa di reazioni avverse ed eventuali errori/quasi errori o altre criticità riguardanti la procedura di vaccinazione, secondo le indicazioni aziendali locali.

5. Garantire che il soggetto sia preso in carico e prosegua la continuità di cura rispetto ai molteplici temi di fragilità/cronicità/disabilità di cui è sicuramente portatore, al fine di evitare situazioni di trascuratezza o abbandono

6. Organizzare i Centri Vaccinali Territoriali delle Aziende Sanitarie in modo da soddisfare le esigenze di copertura vaccinale di altre persone fragili, che presentano criteri di eleggibilità per la vaccinazione a domicilio, ma possono tuttavia essere trasportate ai centri di riferimento, in cui la vaccinazione potrà essere praticata con maggiori margini di sicurezza ed efficacia

7. Ridurre gli adempimenti burocratici ed i passaggi formali delle pratiche vaccinali domiciliari, innanzitutto informatizzando il più possibile le procedure e la raccolta dati da condividere in rete. È fortemente raccomandato registrare la vaccinazione domiciliare nel Fascicolo Sanitario Elettronico e/o in altra data base o repository per poter disporre di informazioni necessarie per il monitoraggio e la valutazione degli esiti.

 

 

 

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