Conosciamo meglio l’importante realtà del Gruppo La Villa, struttura attiva dal 1992 e punto di riferimento nel settore del socio-sanitario in Italia. Con noi Carlo Iuculano, presidente e amministratore delegato di un gruppo che ha saputo diventare, negli anni, modello virtuoso ed esempio di successo sia sotto il profilo imprenditoriale sia, soprattutto, sul fronte dei valori nel campo delle Rsa, investendo e portando a crescere strutture dedicate ad anziani, disabili, comunità psichiatriche e centri diurni integrati.
Dottor Iuculano, prima di citare alcuni dei vostri numeri: come è stato possibile unire il successo imprenditoriale con l’attenzione a qualità e valori nell’aiuto alle persone fragili?
«Siamo partiti nel 1992 con una struttura, senza conoscenze approfondite nel settore socio-sanitario. Con il tempo, il nostro è diventato un lavoro ricco di entusiasmo e soddisfazioni, non solo sotto il profilo economico. Credo infatti che in questo settore non si debba pretendere di guadagnare molto, quanto di fare bene le cose, con serenità. Il gruppo venutosi a creare ha seguito insieme a me questo entusiasmo e questi valori e nel tempo abbiamo potuto trasmetterli anche ad altre realtà del settore. Il periodo che stiamo attraversando è senza dubbio inedito per tutti, ma il nostro rimane un lavoro che è possibile portare avanti. Noi de La Villa lo facciamo quotidianamente, con organizzazione e professionalità».
I numeri del Gruppo La Villa: 27 strutture in 5 Regioni (Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria), 2007 posti letto, più di 1200 dipendenti. Al centro di tutto, voi dite, c’è però la persona…
«Uno dei punti forti e caratterizzanti della nostra organizzazione è sempre stato quello di voler gestire direttamente le nostre strutture, con tutte le difficoltà di gestione e criticità attuali che questa scelta comporta. Da qui deriva la qualità del servizio offerto e una vicinanza maggiore a chi ne ha più bisogno. Svolgiamo il nostro lavoro tenendo ben presente l’importanza della collaborazione: questo è il valore aggiunto del nostro team».
Parlare di Rsa significa parlare di servizi: come lavorate in termini di formazione e qualità?
«In questo lavoro è essenziale essere presenti all’interno delle strutture. Significa rimanere a contatto col personale, parlare, formarlo, stabilire con i dipendenti un collegamento. Rafforzando il legame col proprio team si rende poi più semplice camminare tutti insieme verso un’unica direzione. Punto fermo della formazione del nostro personale è quello di mettere sempre al centro l’ospite, la persona più fragile. Solo acquisendo questo valore si può andare avanti».
Nel 2020 parlare di programmazione è stato e sarà difficile. Tuttavia che obiettivi avete saputo darvi e quale sarà il vostro orizzonte da qui al 2023?
«In questo 2020 siamo comunque riusciti a lavorare sul fronte dello sviluppo: abbiamo 19 progetti in corso, cercando di focalizzarci sulla costruzione di nuove strutture. Ci siamo resi conto della qualità che riusciamo a ottenere nella costruzione di nuove strutture efficaci ed efficienti. Cercando di tracciare un futuro, dobbiamo pensare all’organizzazione, alla formazione continua del personale, a presidi da disporre. La sfida di oggi è fare in modo che il nostro personale possa lavorare in tranquillità pur in una situazione difficile, continuando a garantire qualità del servizio e professionalità».