Sono quasi 24mila i nuovi infermieri che mancano in Italia per il ruolo di infermiere di famiglia e comunità. E anche se venissero assunti tutti e 15mila i neolaureati in scienze infermieristiche, ne mancherebbero comunque all’appello 9mila. C’è poi il problema del disallineamento tra dotazioni tecnologiche e di posti letto e dotazioni di personale con specifiche professionalità registrato durante la seconda ondata della pandemia, in cui il rapporto tra numero di anestesisti-rianimatori e posti letto di terapia intensiva è sceso da 2,5 a 1,9.
Tali problematiche emergono dal 72esimo Instant Report Covid di Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Covid a livello nazionale. Oltre a segnalare il quadro epidemiologico del Covid in Italia, l’indice di positività settimanale, l’indice di stress del sistema sanitario e altri parametri, il report sottolinea il forte bisogno di infermieri di famiglia e comunità in Italia. Il calcolo si basa sulle indicazioni fornite dalla bozza al 20 ottobre del documento Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale, elaborato dal Ministero della salute e da Agenas che stima almeno 1 Infermiere di Famiglia e Comunità ogni 2mila – 3mila abitanti. Nello specifico, la presente stima considera un valore medio, pari a 1 infermiere di famiglia e comunità ogni 2500 abitanti. In Italia, avremmo necessità di 23.857 infermieri di famiglia e comunità.
È stato stimato l’incremento percentuale di personale infermieristico richiesto per soddisfare il requisito di un infermiere di famiglia e comunità ogni 2500. Il calcolo si basa sul numero di personale in servizio presso le strutture pubbliche (Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Integrate con Ssn e Aziende Ospedaliere Integrate con l’università) nel 2019. L’indicatore mostra un valore medio di incremento del 9% con punte in Campania (+13%) e Lazio (+12%). In generale, eccetto per la Lombardia e il Lazio, incrementi maggiori saranno richiesti nelle regioni del Sud Italia (storicamente caratterizzate dal blocco del turnover dei piani di rientro) mentre valori più vicino alla media si apprezzano nelle regioni del centro-nord. Sono stati infine confrontati i posti messi a bando nel 2018 per l’accesso ai corsi di laurea in infermieristica e il fabbisogno richiesto per garantire il requisito di un infermiere di famiglia e comunità ogni 2500. Il calcolo si basa sul numero di posti messi a bando per l’accesso ai corsi universitari determinato nel DM 537/2018. L’indicatore mostra che, ad eccezione del Lazio, in nessuna Regione il numero di coloro che si sono appena laureati o sono in procinto di farlo, sarà sufficiente a coprire il fabbisogno per infermiere di comunità.