Sin dalle ore immediatamente successive all’uscita del provvedimento, Confcommercio Salute ha espresso forti critiche e preoccupazioni significative riguardo all’equità e all’efficacia del nuovo Decreto sul Nomenclatore Tariffario e sui nuovi Lea. Un documento che ha rappresentato anche un dietrofront inatteso da parte del Ministero della Salute, dopo le forti rassicurazioni dei mesi scorsi.
Con i tagli alle tariffe (fino al 38% su prezzi fermi da 30 anni) per visite ed esami previsti nel nuovo Nomenclatore molte realtà rischiano di chiudere, con un danno parallelo ai cittadini, in quanto il privato accreditato in Italia spesso fa le veci del Servizio sanitario nazionale, e un ulteriore peggioramento delle liste d’attesa.
Per questo Confcommercio Salute segue e continuerà a seguire la vicenda in prima linea, anche attraverso l’adesione alla rete UAP (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata) che ieri a Roma ha organizzato una conferenza stampa dedicata agli effetti sul settore del nuovo nomenclatore tariffario.
E’ necessario e urgente opporsi ai cambiamenti nel Tariffario, in primis chiedendo chiarimenti alla Commissione Tariffe e al Ministero sui dati reali che sono stati considerati per il nuovo provvedimento.
Per approfondire
QUI la nota della Direzione Centrale di Confcommercio Salute, Sanità e Cura sul tema