Managerialità e aderenza terapeutica: il panel di Conf Salute a Motore Italia

Confcommercio Salute, Sanità e Cura tra i protagonisti della terza tappa del tour 2025 di Motore Italia, tenutasi in a Firenze giovedì 18 settembre. Un’intera giornata di approfondimento che ha messo in luce, dalla voce dei protagonisti del territorio, le sfide più attuali per manager, imprenditori e professionisti.

Toscana in cui, il 4 giugno scorso, Conf Salute aveva dato vita a un importante convegno dal titolo “La gestione delle Dosi Unitarie Personalizzate per le RSA – Il modello toscano tra sperimentazione e prospettive future”, promosso in collaborazione con Confcommercio Toscana e Studio EmmEffe, con il patrocinio della Regione Toscana. Un momento di approfondimento tra istituzioni, professionisti e operatori della filiera sociosanitaria sul tema dell’aderenza terapeutica nelle RSA e sull’attuazione della Delibera Regionale 824/2024, che ha dato il via in Toscana a una sperimentazione per la dispensazione personalizzata delle terapie farmacologiche.

Un tema che è stato nuovamente affrontato nel talk promosso da Class Editori, trasmesso in diretta Tv su Class CNBC (canale Sky 507), streaming su milanofinanza.it e italiaoggi.it e diretta Linkedin sul canale di MilanoFinanza (nel video il panel integrale).

Protagonisti dell’approfondimento Luca Pallavicini, presidente nazionale di Confcommercio Salute, e Massimo Farina, titolare delle Studio EmmEffe (Milano) e consulente di Direzione in Sanità, con cui approfondiamo ulteriormente alcuni aspetti.

Perché la managerialità fa la differenza anche nella gestione dei servizi sanitari e socio-sanitari e sociali?

La managerialità fa la differenza in ogni organizzazione. Nel manifatturiero significa ridurre scarti, ottimizzare la produzione, garantire la qualità e rendere i processi più fluidi ed efficienti, così come nei servizi. Lo stesso, pertanto, vale per la sanità che oggi deve affrontare risorse limitate, processi complessi e bisogni crescenti, soprattutto in un Paese che invecchia e vede aumentare le patologie croniche. In questo scenario, per garantire l’efficacia delle cure e ridurre i costi di complicanze e ricoveri evitabili, la corretta gestione delle terapie diventa cruciale. L’aderenza terapeutica è quindi un elemento centrale: significa che il paziente segua le indicazioni ricevute per gli stili di vita, i controlli periodici e che segua le terapie riabilitative e farmacologiche indicate. Per quest’ultimo caso assuma i farmaci giusti, al momento giusto, nella modalità corretta. Le Dosi Unitarie Personalizzate (confezioni preparate dal farmacista che contengono già i medicinali personalizzati per ciascun paziente per la terapia giornaliera – almeno settimanale – suddivisa per fascia oraria secondo la prescrizione medica) vanno proprio in questa direzione. Un’attività prima manuale e rischiosa diventa così un processo organizzato, supportato da apparecchiature e software, tracciabile ed efficiente. I benefici sono tangibili: meno errori, più continuità assistenziale, tempo liberato per gli operatori e un ruolo rafforzato della farmacia come presidio socio-sanitario. Non a caso, alcune Regioni (Lombardia, Veneto, Umbria, Toscana e Recentemente l’Azienda Provinciale di Trento) hanno già scelto di introdurre questo modello nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), coinvolgendo in alcuni casi anche la Farmacia dei Servizi, trasformando i principi di managerialità in pratiche concrete di cura”.

Cosa si sta facendo in Regione Toscana in merito alla tematica e quali dati sono oggi disponibili per valorizzare l’utilizzo delle dosi Unitari Personalizzate nelle RSA?

La Toscana è stata tra le prime Regioni ad affrontare il tema, con la Delibera 824/2024 che riguarda in modo specifico le RSA, introducendo – su base volontaria – sistemi di dispensazione personalizzata delle terapie. È un percorso che ha messo al centro il ruolo del farmacista di riferimento e la vigilanza delle Aziende USL. Il 4 giugno scorso, nell’evento promosso da Confcommercio Toscana e Confcommercio Salute, con il patrocinio della Regione, si è discusso proprio di questo modello come strumento per rafforzare la sicurezza delle terapie nelle strutture residenziali e aprire prospettive di sviluppo nei servizi territoriali.

In quell’occasione, Federico Gelli, Direttore Sanità Welfare della Regione Toscana, e Francesco Venneri, Risk Manager regionale, hanno ribadito l’importanza di portare nelle RSA gli stessi concetti organizzativi di qualità e sicurezza già presenti in ospedale.

Ad oggi sono in fase di definizione ulteriori sviluppi operativi per l’applicazione concreta di questo modello, con l’obiettivo di rafforzarne la stabilità e la diffusione nel tempo.

Quanto discusso in Toscana trova riscontro anche nei dati. Le Dosi Unitarie Personalizzate non sono solo un concetto organizzativo: hanno effetti molto concreti. All’evento del 4 giugno, infatti, sono stati presentati i risultati di uno studio preliminare dello Studio EmmEffe su RSA campione: l’analisi d’impatto ha dimostrato che l’esternalizzazione del processo di gestione della terapia farmacologica – dalla prescrizione al confezionamento delle DUP presso la farmacia dei servizi – riduce i rischi, ottimizza i tempi e trasforma l’organizzazione in valore di cura.

I dati raccolti documentano che, in una RSA di medie dimensioni con circa 30 ospiti, l’introduzione delle DUP ha dimostrato di ridurre dell’82% l’indice di rischio clinico, calcolato con la metodologia FMEA, uno strumento prospettico utilizzato per analizzare i possibili errori nei processi sanitari. Inoltre, libera oltre 1.400 ore all’anno di lavoro infermieristico, equivalenti a circa l’impegno di un infermiere a tempo pieno, tempo che può essere reinvestito nell’assistenza diretta e nella relazione con le persone assistite e con i loro familiari.

Stiamo approfondendo anche il tema per i pazienti a domicilio dove le Dosi Unitarie Personalizzate semplificano la gestione delle terapie, sostengono caregiver e anziani e garantiscono maggiore aderenza e sicurezza, in un contesto in cui l’assistenza fornita dagli assistenti familiari rappresenta un’area sempre più delicata”.

Quali sono i possibili sviluppi in merito alla gestione delle Dosi Unitarie personalizzate  nel contesto nazionale?

“Va ricordato che in diversi Paesi europei – come Germania, Olanda e Svizzera – il deblistering è già una pratica consolidata, a conferma della solidità del modello e del potenziale beneficio anche per il nostro sistema sanitario.

In Italia lo sviluppo andrà necessariamente verso un modello sempre più integrato tra farmacie, RSA e assistenza domiciliare, con servizi di prossimità in grado di accompagnare il paziente lungo tutto il percorso di cura.

Il Consiglio di Stato si è recentemente espresso chiarendo che il riconfezionamento in dosi unitarie – se svolto dal farmacista nel rispetto della prescrizione, delle Norme di Buona Preparazione e della tracciabilità – è pienamente legittimo, facendo riferimento agli indirizzi di Regione Lombardia che per regioni che non avessero ancora fornito indirizzi in merito. È un passaggio importante perché rafforza la cornice normativa e richiama, in ogni caso, la necessità di armonizzare gli indirizzi regionali già esistenti, per evitare disparità territoriali.

In prospettiva, sarà fondamentale mettere a disposizione strumenti concreti: modelli contrattuali uniformi, manuali organizzativi e disciplinari tecnici validati, predisposti anche per consentire – quando richiesto – una certificazione di parte terza del processo di gestione delle DUP.

Ed è utile tenere presente, infine, due aspetti: il riconfezionamento in dosi unitarie non è solo un atto tecnico, ma un atto che entra a pieno titolo nel processo di cura, trasformando l’organizzazione in valore per il paziente e per il sistema. E ciò che oggi facciamo come enti gestori per i nostri anziani, è un investimento che domani ritroveremo come cittadini e utenti dell’assistenza territoriale”.

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