Profughi Ucraina: le indicazioni dell’Ecdc e del Governo su vaccini e gestione sanitaria

Il dramma e l’emergenza umanitaria della guerra tra Russia e Ucraina si intrecciano sempre di più col tema della gestione sanitaria dei profughi nei paesi europei ospitanti, specie perché gli sfollati sono per la maggior parte donne e bambini. In questo senso l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha tracciato il quadro della situazione in un report dedicato specificatamente al tema.

Gestione sanitaria e malattie da attenzionare

I profughi dall’Ucraina possono essere a rischio sviluppare alcune malattie infettive a causa delle loro condizioni di vita dovute alla guerra e alla situazione che affrontano durante gli spostamenti – si legge – È importante che essi beneficino dello stesso livello di protezione della popolazione del paese ospitante in termini di prevenzione delle malattie infettive e misure di controllo, comprese quelle malattie che possono essere prevenute con le vaccinazioni di routine”. Tra i rischi principali c’è quello legato alla possibile diffusione di polio, morbillo, Covid e tubercolosi. Senza trascurare l’Hiv, che resta ancora un problema prioritario di salute pubblica in Ucraina.

Si legge ancora nel report: “Coloro che arrivano dall’Ucraina, in particolare i bambini, possono essere più vulnerabili alle malattie prevenibili da vaccino e la poliomielite e il morbillo dovrebbero essere considerati malattie prioritarie per il monitoraggio e la sorveglianza”.

Focus Covid: in Ucraina pochi vaccinati

Come riferisce il report Ecdc, dall’inizio della pandemia di Covid e fino al 2 marzo 2022 in Ucraina sono state registrate un totale di 4.849.022 infezioni confermate di Sars-CoV-2 e 106.239 decessi. L’emergere della variante Omicron ha portato alla quarta ondata, nella quale si è registrato il più alto tasso di casi giornalieri. I dati al 23 febbraio 2022 mostrano che il tasso di vaccinazione contro il Covid in Ucraina è “sostanzialmente inferiore alla media UE/SEE (71,7% al 1° marzo 2022). L’adozione del vaccino è uniformemente bassa in tutti i gruppi di età adulta, compresi quelli di età superiore ai 60 anni, che sono a maggior rischio di malattia grave“.

Garantire vaccini e colmare lacune precedenti

Di conseguenza, per l’Ecdc “garantire la continuità delle vaccinazioni di routine, e affrontare le lacune nelle storie di vaccinazione precedenti, è un elemento essenziale del supporto di salute pubblica richiesto dagli sfollati”. Occorrerebbe dare priorità “alla protezione contro le malattie infettive facilmente trasmissibili e possibilmente associate a esiti gravi, come il Covid, il morbillo e la poliomielite“.

Il punto sull’Italia: il QT di Draghi alla Camera

Tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore, oppure accettano di vaccinarsi”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel question time alla Camera. Draghi ha poi aggiunto: “La Protezione civile e gli enti territoriali sono impegnati a fornire assistenza sanitaria e ad accogliere i cittadini ucraini, con particolari esigenze sanitarie, presenti in Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia”. Quanto ai dati relativi agli arrivi: “All’8 marzo – ha aggiunto il Premier – i dati sugli arrivi mostravano 21.095 cittadini ucraini; oggi (ieri, ndr) i dati sono pari a 23.872. Principalmente, la frontiera attraverso cui passano è quella al confine italo-sloveno. Oltre il 90 per cento è costituito da donne e bambini”.

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