Il Dipartimento Campania di Confcommercio Salute, rappresentato dal Direttore Alfonso Postiglione (nella foto), ha recentemente inviato una lettera ufficiale alla Regione Campania sollevando serie preoccupazioni sul sistema diagnostico basato sul modello “Hub e Spoke”. Questo modello, introdotto con il Decreto 109/2013, mirava a centralizzare i servizi di laboratorio per migliorare l’efficienza e ridurre i costi ma si è dimostrato – come evidenziato nella lettera – controproducente e dannoso per il sistema sanitario regionale e per la qualità dei servizi offerti ai pazienti.
Centrali le criticità riscontrate: qualità, disumanizzazione e perdita di posti di lavoro
Nel documento inviato, il Direttore Postiglione ha evidenziato come l’attuale modello “Hub e Spoke” abbia aumentato il rischio di errori e compromesso la qualità delle analisi diagnostiche, con notevoli ripercussioni sulla sicurezza e sulla tempestività dei referti. La centralizzazione dei servizi ha infatti introdotto processi complessi di raccolta e trasporto dei campioni biologici, che percorrono distanze anche notevoli per arrivare agli hub, esponendo i campioni stessi a manipolazioni multiple e aumentando le possibilità di errore. Questa distanza tra i laboratori e il paziente, secondo Confcommercio Salute Campania, ha “disumanizzato” il rapporto medico-paziente, creando un solco profondo nella relazione e nella cura dei cittadini.
Un ulteriore effetto negativo della centralizzazione è stato l’impatto occupazionale. Più di 500 laboratori locali sono stati trasformati in semplici punti di prelievo, causando la perdita di centinaia di posti di lavoro e un calo significativo delle competenze professionali locali. La lettera sottolinea anche come la chiusura di laboratori indipendenti abbia danneggiato la qualità della medicina territoriale, mettendo a rischio soprattutto i pazienti affetti da patologie croniche o gravi, come diabetici, dializzati e pazienti oncologici, che necessitano di diagnosi tempestive e di una stretta relazione con il proprio medico.
Una proposta per salvaguardare la qualità e l’autonomia dei laboratori locali
Confcommercio Salute Campania, nel tentativo di invertire questa tendenza, ha proposto un modello alternativo che permetterebbe ai laboratori locali di mantenere la propria autonomia e identità professionale. Il piano presentato prevede una suddivisione dei laboratori in tre classi, in base alla capacità produttiva e alle prestazioni offerte:
1. Trasformazione in punti prelievo per laboratori producenti fino a 30.000 prestazioni annue totali.
2. Laboratori aggregati TAT, con facoltà di eseguire tutte le analisi della diagnostica di base (da 30.001 a 50.000).
3. Laboratori aggregati con esecuzione di tutte le prestazioni correlate alle autorizzazioni in possesso (> 50.000 prestazioni).
A questo sistema si affiancherebbe un HUB centralizzato, dedicato esclusivamente alle analisi di alta complessità e di rara richiesta, evitando il sovraccarico dei laboratori di base e migliorando l’efficienza complessiva del sistema. Questo approccio risolverebbe molte delle criticità attuali, garantendo una presenza capillare di laboratori sul territorio, riducendo i tempi di trasporto e le manipolazioni dei campioni, e migliorando la qualità e l’affidabilità dei risultati.
L’appello alla Regione Campania: tutelare i professionisti e la qualità della cura per i cittadini
Confcommercio Salute Campania sottolinea, infine, l’importanza di non ridurre il ruolo e la professionalità degli analisti e dei laboratori autorizzati, che rappresentano un presidio fondamentale per la salute pubblica. La liberalizzazione del settore potrebbe, infatti, aprire la porta a operatori meno qualificati e interessati al solo profitto, mettendo a rischio la salute dei cittadini campani.
“Fiduciosi in un’analisi obiettiva della nostra proposta – conclude il Direttore Postiglione nella lettera – auspichiamo che la Regione Campania riconosca l’importanza di un servizio sanitario vicino al paziente e rispettoso delle esigenze del territorio“.
Il Dipartimento Campania di Confcommercio Salute rimane a disposizione delle istituzioni per un confronto costruttivo, affinché si possano tutelare la qualità del lavoro diagnostico, l’occupazione locale e, soprattutto, la salute dei cittadini campani.