Caro energia, timori per il ridimensionamento della spesa sanitaria nel triennio 2023-2025, superamento del tetto di spesa per il privato e molti altri temi in primo piano nel lungo documento inviato dalla Commissione Salute al Ministro Schillaci, contenente richieste e proposte per la Sanità. Un testo di maggior dettaglio, che fa seguito al documento generale inviato a fine ottobre dalle Regioni all’Esecutivo. Tracciamo un quadro delle principali criticità sottolineate.
Il tema del caro energia. Si legge: “I maggiori costi, stimati dalle Regioni e dalle Province autonome in oltre 1 miliardo e in continua crescita, sono stati solo parzialmente finanziati dalle risorse stanziate per la sanità. E’ indispensabile proseguire il confronto con il Governo per quantificare i maggiori costi energetici sostenuti dalle Regioni e dalle Province Autonome e per individuare un corrispondente livello integrativo di finanziamento. Per tali motivazioni, tutte le Regioni e le Province autonome concordano sulla necessità di un incremento delle risorse finanziarie a disposizione del SSN, già a partire dall’anno 2022”.
Timori per tagli alla spesa sanitaria. Le Regioni sono “preoccupate per lo scenario economico programmatico che, sulla base del Documento di Economia e Finanza 2022 e della recente Nota di Aggiornamento (NADEF), indica un ridimensionamento della spesa sanitaria prevista per il triennio 2023-2025”.
Programmazione condizionata da spese Covid. Sempre dal documento: “La programmazione sanitaria dell’anno 2022 è risultata condizionata negativamente e significativamente dall’incompleto finanziamento dei maggiori oneri per la gestione della pandemia che le Regioni hanno sostenuto e stanno tutt’ora sostenendo. Tali oneri (pari a 4,6 miliardi per il solo anno 2021), hanno trovato una copertura parziale nelle risorse previste dai decreti emergenziali e dai recenti provvedimenti governativi”.
Superare i limiti di spesa per il privato. Le Regioni chiedono anche “di superare i limiti di spesa previsti dall’articolo 15 del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135. Questi tetti di spesa sono stati definiti nell’anno 2012 e non sono più compatibili con l’attuale fase di gestione dell’emergenza da Covid-19, di recupero delle prestazioni sanitarie rinviate durante la pandemia, di attuazione delle misure di qualificazione e consolidamento del Servizio Sanitario Nazionale. Queste attività, infatti, comportano politiche espansive della spesa sanitaria che, stante le difficoltà di poter disporre delle necessarie risorse umane, richiedono il coinvolgimento degli erogatori privati accreditati”.
Tra le altre richieste e proposte: riforma dei medici di medicina generale, carenza di personale e contratti, riforme per farmaci e dispositivi medici.