Un incontro urgente, in programma lunedì 18 dicembre presso il Centro Congressi dell’Hotel Sakura di Torre del Greco, con i piccoli e medi laboratori della Campania e di altre regioni del sud per definire una strategia d’azione comune contro le condizioni insostenibili, che minacciano la sopravvivenza delle strutture e del servizio stesso, definite dal Decreto Tariffe del 23 giugno 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 agosto 2023 e concernente le tariffe dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), in attuazione del DPCM 12 gennaio 2017.
E’ l’iniziativa del Dipartimento Campania di Confcommercio Salute, Sanità e Cura, che da mesi chiede un intervento urgente delle istituzioni affinché si eviti un monopolio dannoso nel settore sanitario, salvaguardando la qualità del servizio e la stabilità economica delle regioni meridionali.
“Il Governo ha nuovamente penalizzato i laboratori analisi cliniche con il Decreto di agosto 2023 – sottolinea Salvatore Cortese, presidente del Dipartimento Campania di Confcommercio Salute – imponendo dal 1° gennaio 2024 tariffe insostenibili rispetto agli alti costi di gestione, che mettono a repentaglio la qualità e la capillarità del servizio sanitario nel sud Italia”.
Il Decreto Balduzzi del 2013 aveva già ridotto le tariffe del 40% e con il recente decreto si registra un ulteriore taglio del 45%, aumentando la disparità tra nord e sud. Inoltre il TAR del Lazio ha respinto la sospensiva, fissando l’udienza di merito a maggio 2024, aggravando la situazione per le regioni meridionali già in difficoltà economica.
“Questa decisione accentua le disuguaglianze tra i territori – aggiunge Luca Pallavicini, presidente nazionale di Confcommercio Salute – minacciando la tenuta economica delle strutture del sud e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Auspichiamo che la Conferenza Stato-Regioni riesca ad ottenere dal Governo una proroga di 12 mesi, per ridefinire con criteri equi un tema così importante per la salute dei cittadini. È imperativo che la politica italiana intervenga a difesa della sanità universalistica”.
Conclude Cortese: “I laboratori privati accreditati (ex convenzionati) hanno da sempre svolto al sud un servizio capillare sul territorio con una rete di piccoli e medi laboratori, garantendo un servizio prossimo al paziente con un livello occupazionale altissimo. La situazione è molto grave: ci sono in ballo circa quattro mila posti di lavoro al sud, la maggior parte dei laboratori privati saranno costretti a chiudere o saranno fagocitati dalle grandi multinazionali prevalentemente straniere. Verrà meno un servizio prossimo al paziente e ci sarà una riduzione per l’erario nazionale, tutto a vantaggio di grandi lobby che accentreranno il servizio creando un monopolio dannoso e pericoloso”.