Tecnologia e giovani “isolati”: dai social alla DaD, quali sono i rischi?

Già dai primi giorni del 2021, si avverte una certa difficoltà nel trasformare il famoso detto “Anno nuovo vita nuova” in un atto concreto. Si fatica in particolare a invertire alcune cattive abitudini apprese proprio nell’anno del Covid. Il prolungamento del lockdown anche per gennaio, con conseguente permanenza all’interno delle mura domestiche, non aiuta certamente a superare tali abitudini. E se ciò è difficile per gli adulti, risulta ancor più complicato per bambini e ragazzi, che da marzo 2020 sembrano essere molto più a contatto con la tecnologia. Una loro esposizione continua al mondo online, dai social media ai videogiochi, può trasformarsi in dipendenza ed eccessivo isolamento. Anche la Didattica a Distanza, seppur rappresenti una risorsa per la formazione dei ragazzi, non sembra esente da rischi.

Quali sono quindi nello specifico i rischi della tecnologia per bambini e adolescenti? Come comportarsi? Cosa possono fare i genitori? A rispondere è l’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e Adolescente di Roma, che ha dedicato all’argomento il nuovo numero del magazine A scuola di salute, diretto dal professor Alberto G. Ugazio. Attraverso i contributi degli esperti dell’Ospedale, l’obiettivo è rendere genitori e insegnanti consapevoli di regole e caratteristiche della rete e dello spazio digitale. Solo così si può sfruttare il web per le sue caratteristiche migliori, evitando i rischi connessi all’uso di queste piattaforme.

Relazioni nello spazio digitale: quali sono i rischi?

Secondo l’Istituto Bambino Gesù i bambini e ragazzi, in mancanza di un ritrovo come la scuola, hanno trasferito buona parte della loro socialità sul web, attraverso social network e piattaforme di messaggistica istantanea. In altre parole, il motivo centrale per cui bambini e ragazzi usano gli strumenti digitali è per rafforzare amicizie esistenti e non per crearne di nuove. Stare sui social network consente loro una fuga, uno spazio privato in cui costruire il proprio mondo al riparo dai genitori.

Tuttavia, secondo un recente report del Parlamento Europeo, la crescita dell’uso degli strumenti digitali per stare insieme agli altri può avere conseguenze negative: in primis la possibile perdita di alcune relazioni e la sostituzione di relazioni esistenti. Inoltre, l’uso dei social network può portare a sensazioni di isolamento e solitudine negli adolescenti. Infine, esiste la possibilità di comportamenti poco corretti, come il cyberbullismo e le molestie. Comportamenti che purtroppo esistono ed esistevano anche offline ma che, in rete, diventano molto più difficili da sopportare per le vittime.

Videogiochi: quali sono i rischi e come possono intervenire i genitori

Numerose ricerche hanno dimostrato che i videogiochi, soprattutto se usati la sera, possono peggiorare la qualità e la durata del sonno e di conseguenza possono avere un effetto negativo anche sui risultati scolastici. Più recentemente, i ricercatori si sono focalizzati sull’effetto dei videogiochi sull’aggressività. Quasi tutti gli studi hanno mostrato che chi gioca a videogiochi violenti tende ad avere dei comportamenti violenti. Ma la domanda è: i bambini che hanno una tendenza a comportamenti aggressivi scelgono più volentieri videogiochi aggressivi? Oppure i videogiochi aggressivi fanno in effetti diventare i bambini aggressivi? Probabilmente c’è della verità in entrambe le spiegazioni, ma altre componenti dei videogiochi potrebbero influenzare l’aggressività, come ad esempio la quota di frustrazione sperimentata durante il gioco.

Il punto principale è che non tutti i videogiochi sono uguali. Ricerche recenti, infatti, hanno mostrato che l’effetto negativo dei videogiochi sul sonno dipende dal tipo di videogioco. Alcuni videogiochi più calmi e meno attivanti non compromettono il sonno né la performance scolastica. Alcuni possono anche stimolare competenze positive ed utili: cooperazione, lavoro di squadra, condivisione, capacità di risolvere i problemi e capacità empatiche.

Qual è il ruolo dei genitori in tutto questo? Cosa possono fare? Il primo passo è la scelta del videogioco: è importante scegliere il videogioco giusto da proporre al momento giusto. Si possono valutare dei videogiochi in grado di stimolare le competenze logico-matematiche e la capacità di risolvere i problemi. È consigliabile provare il videogioco prima di proporlo, e, soprattutto, giocare insieme ai bambini, per guidarli nell’uso dello strumento, per osservarne le emozioni durante il gioco e per aiutarli a regolarle.

La noia: un’emozione preziosa per l’immaginazione

Secondo un recente studio britannico, passiamo tra televisione, console per i videogame, smartphone e pc fino a 13 ore al giorno, quasi due terzi del tempo di veglia. La visione delle piattaforme di intrattenimento online viene spesso utilizzata per contrastare la noia che i bambini e i ragazzi provano nel trascorrere tutto il giorno in casa. Per i più piccoli, tuttavia, non sempre annoiarsi è negativo. Secondo una serie di studi pubblicati negli ultimi anni, la noia è un momento di crescita, che favorisce lo sviluppo dell’immaginazione. Annoiarsi è come dedicare del tempo solo a sé stessi e stimola a trovare soluzioni creative per trovare qualcosa da fare, da soli o insieme a genitori e fratelli.

Un focus sulla Didattica a Distanza (DAD)

Secondo l’Unesco, sono circa un miliardo gli studenti costretti a casa dall’emergenza Covid. Nella didattica a distanza (DAD) bisogna distinguere tra due tipi di insegnamento: quello cosiddetto ‘on-line’, che mantiene il rapporto tra i docenti e gli studenti, ma mediato dalla connessione on-line, e quello ‘a distanza’, che utilizza sempre i sistemi informatici per la formazione, ma senza un’interazione diretta tra allievo e insegnante. Il primo tipo di DAD è sicuramente il più completo ed efficace. La DAD offre molte opportunità, permettendo agli studenti di lavorare da casa o da qualsiasi luogo che abbia un accesso a Internet, ma non per tutti rappresenta la scelta educativa ideale, in particolare per i bambini della scuola primaria.

Lo studente deve infatti avere una serie di caratteristiche per trarne profitto: essere capace di organizzarsi per rispettare il calendario delle lezioni e i periodi di studio, possedere delle competenze sugli strumenti tecnologici necessarie per seguire con successo il corso, essere attivo e partecipativo nei confronti dei diversi compiti proposti, avere una buona capacità di comunicazione, essere in grado di partecipare ai momenti di contatto con l’insegnante o gli altri studenti o ai forum ed essere in grado di assumersi la responsabilità di organizzare il tempo dedicato allo studio in autonomia.

L’emergenza Covid-19 ha permesso una sperimentazione su larga scala dell’insegnamento a distanza: questo rappresenterà un  passo avanti per le nuove possibilità di accesso all’istruzione che saranno aperte ad un pubblico sempre più vasto. Tuttavia, per quanto riguarda la scuola, la formazione on-line potrà essere utilizzata soprattutto come un supplemento molto utile per gli insegnanti nei loro corsi e non come sostitutivo della didattica in presenza. In particolare, l’esperienza della DAD permette di osservare e riflettere su cosa funziona e cosa non funziona rispetto all’esperienza tradizionale. L’uso di strumenti digitali nella didattica può infatti aiutare, come uno specchio deformato, a scoprire problemi e criticità, presenti anche nel tradizionale insegnamento in presenza.

 

 

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