Camminare rallenta il declino cognitivo negli anziani: il focus in una ricerca

Più facciamo attività fisica più il nostro cervello è in grado di rinnovarsi, a ogni età. In particolare, camminare migliora le performance cognitive delle persone anziane e rallenta il processo di deterioramento che avviene con il passare degli anni. Lo conferma una ricerca pubblicata su NeuroImage. Negli anni diversi studi hanno dimostrato, sia in modelli animali sia nell’uomo che la neurogenesi, ovvero il formarsi di nuovi neuroni, avviene anche grazie all’attività fisica. Tuttavia questi studi si sono sempre concentrati sulla materia grigia e meno sulla “materia bianca“, ovvero l’insieme di assoni dei neuroni, riuniti in fasci, che uniscono l’encefalo e il midollo spinale. Una componente importante, la cui perdita è associata al declino cognitivo tipico degli anziani. Lo studio pubblicato su NeuroImage ha dimostrato la capacità dell’attività fisica nell’influenzare la neurogenesi della materia bianca.

Lo studio parte da un dato importante: si prevede che l’incidenza globale della demenza raddoppi ogni 20 anni. La “disconnessione” corticale dovuta alla degenerazione della sostanza bianca è considerata uno dei meccanismi primari del declino cognitivo nell’invecchiamento sano e può precedere la patologia della materia grigia nella malattia di Alzheimer. Poiché il declino dell’integrità della sostanza bianca all’interno della persona può verificarsi in un periodo di soli 6 mesi negli anziani cognitivamente sani, è fondamentale determinare se il deterioramento della sostanza bianca sia reversibile o malleabile. In altre parole, è possibile rallentare questo processo di declino cognitivo?

L’analisi, effettuata su 247 anziani sedentari ma senza particolari patologie e residenti in comunità (età media di 65 anni, 68% donne) ha indagato le capacità cognitive e le caratteristiche cerebrali utilizzando rispettivamente dei test di memoria e una particolare forma di risonanza magnetica in grado di visualizzare nel dettaglio le diverse componenti cerebrali. Gli individui sottoposti al test sono stati poi divisi in diversi gruppi: un gruppo ha iniziato un programma di esercizi progettati per migliorare la flessibilità, la forza e l’equilibrio. Un altro ha iniziato a camminare insieme tre volte a settimana, a passo svelto, per circa 40 minuti. Il terzo ha seguito un corso di ballo, incontrandosi tre volte alla settimana.

Dopo 6 mesi, sono stati analizzati i risultati. È emerso come nel gruppo dedicato alla camminata e al ballo le capacità aerobiche fossero migliorate. Tutto ciò era prevedibile, in realtà la scoperta più rilevante riguarda la materia bianca: in questi gruppi essa risultava rinnovata e, per quanto riguarda le capacità cognitive monitorate attraverso test di memoria, queste erano migliorate solo nel gruppo dei camminatori. Lo studio ha dunque ottenuto un risultato importante, che dimostra l’importanza dell’attività fisica nel contrastare il declino cognitivo: per quanto riguarda le performance cognitive, la camminata veloce sembra essere l’ideale per la salute del nostro cervello.

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