Uno step importante che interessa in particolare le ampie sfere del sociosanitario e quella parte di popolazione sempre più fragile: è arrivato il via libera dal Comitato Tecnico Scientifico alla terza dose di vaccino anti Covid (sempre su base volontaria) per gli over 80 e gli ospiti delle Rsa (in totale circa 4,5 milioni di italiani). Seguono poi i sanitari, cominciando da quelli che presentano una fragilità legata a malattie croniche, come diabete o ipertensione. Tali categorie si aggiungono a chi già può richiedere la terza dose di vaccino, ovvero i circa tre milioni di persone tra immunocompromessi, trapiantati e malati oncologici particolari, per i quali la somministrazione è partita il 20 settembre.
Rinviata invece, da parte del Comitato Tecnico Scientifico, la decisione se estendere o meno la terza dose anche a tutto il resto del personale sanitario: per il momento può usufruire della terza dose solo il personale sanitario più a rischio, una scelta motivata dal fatto che non ci sarebbe urgenza e che non si tratta di soggetti fragili. Nel frattempo, il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo fa sapere che una volta definita la popolazione target verranno “aggiornati i sistemi informatici e comunicata la data dalla quale sarà possibile avviare per tutto il territorio nazionale la somministrazione delle dosi aggiuntive”.
Intanto, le tematiche sulle quali il Governo sta dibattendo e decidendo in questi giorni sono molteplici. Si lavora a un nuovo provvedimento, operativo con molta probabilità già dal 15 ottobre, giorno in cui scatterà l’obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro, o al massino entro la fine del mese. Gli esperti del Cts hanno tempo fino al 30 settembre per esprimere un parere sulle “misure di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative“. La volontà del Cts sarebbe quella di alleggerire le misure, seppur con gradualità: possibile che arrivi un primo via libera per la capienza dell’80% per cinema e teatri mentre per concerti dal vivo o stadi la percentuale potrebbe essere più bassa. Discorso a parte per le discoteche: molti esperti sono d’accordo nel ribadire che si tratta di luoghi dove il rischio del contagio è più elevato.