Rallenta la tabella di marcia della distribuzione del vaccino anti-covid in Italia: a partire da lunedì 18 gennaio 2021 saranno destinate al Paese 165mila dosi in meno del vaccino Pfizer-BioNTech. La notizia è arrivata nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio, quando l’azienda farmaceutica statunitense ha comunicato la decisione di ridurre unilateralmente del 29% le fiale destinate all’Italia nel corso della settimana successiva: «A fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi», spiega il Commissario all’Emergenza Covid Domenico Arcuri, che precisa: «L’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda, non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole Regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni che non subiranno alcuna riduzione».
Le regioni più piccole in Italia, ovvero Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non perderanno nulla: le dosi già stanziate rimarranno invariate. Per le altre invece la cosa si complica: a pagare il prezzo della riduzione della distribuzione del vaccino saranno soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna, dove ne arriveranno 25mila in meno, e Friuli Venezia Giulia, dove le dosi saranno dimezzate. In Veneto arriveranno quasi 25mila dosi in meno, mentre si prospettano tagli alle consegne importanti anche per Lazio, Puglia, Sicilia e Toscana che riceveranno tra le 10 e le 12mila dosi in meno ciascuna.
All’indomani della decisione di Pfizer-BioNTech, diverse regioni stanno rallentando il ritmo di somministrazione, dando la precedenza ai richiami, come il Friuli Venezia Giulia. Il rischio è quello di uno slittamento per la vaccinazione delle persone con più di 80 anni. All’allarme lanciato da Arcuri, la multinazionale americana ha risposto domenica 17 gennaio precisando con una mail che «Secondo le attuali informazioni, le forniture saranno in linea con le previsioni».