Anche quest’anno il 20 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2021 (WOD), una patologia sistemica dello scheletro in forte crescita in tutto il mondo, che colpisce uomini e donne al di sopra dei 50 anni ma anche adolescenti. La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi è un’iniziativa mondiale organizzata dall’International Osteoporosis Foundation (IOF), dal 1996 volta a sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza della salute delle ossa. Quando si parla di osteoporosi infatti ci si riferisce a una malattia silenziosa, caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e dal deterioramento del tessuto osseo. Tali dinamiche aumentano la fragilità dello scheletro, col rischio di frattura anche dopo una piccola caduta o urto.
A questo si aggiunge un aspetto importante, ovvero che dal 2020 l’epidemia da Coronavirus e le conseguenti restrizioni rendono la prevenzione delle fratture una priorità sanitaria globale. La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi ogni anno sottolinea come l’osteoporosi non abbia sintomi evidenti: molte persone infatti non sanno di avere l’osteoporosi fino a quando non subiscono una frattura. La Firmo – Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso, da una decina d’anni organizza in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi iniziative in tutta Italia. Anche per il 2021 si terranno in moltissimi ospedali e centri d’Italia visite e controlli gratuiti mirati alla prevenzione dell’Osteoporosi.
Secondo i dati dopo i 50 anni di età, nel mondo una donna su 3 e un uomo su 5 corrono il rischio di una frattura per osteoporosi. In media se ne verifica una ogni 3 secondi. Questa condizione colpisce circa 5 milioni di persone in Italia. Nel 2017 la spesa annuale per le fratture causate da osteoporosi è stata di circa 10 miliardi di euro, mentre per il 2030 si stima che la spesa sia superiore ai 12 miliardi. Prendersene cura sin dall’adolescenza, ovvero il periodo più delicato per la costruzione della massa ossea scheletrica, è l’arma più importante per preservare la salute delle ossa. È necessario dunque iniziare la prevenzione prima della menopausa, ossia durante il periodo fertile fino alla pre-menopausa e per tutto il periodo post-menopausale.
Per conservare una riserva maggiore di massa ossea fondamentale è anche l’assunzione di vitamina D che promuove l’assorbimento di calcio e fosforo a livello intestinale che aiuterà a contrastare l’osteoporosi. Ma come avviene la diagnosi dell’osteoporosi?
Come viene diagnosticata l’osteoporosi: gli esami necessari
Tra i vari esami utili a diagnosticare l’Osteoporosi, il più importante è la Mineralografia Ossea Computerizzata, meglio conosciuta come MOC. In generale, il medico consiglia di eseguire la MOC a tutti quei soggetti che evidenziano informazioni cliniche sospette di una patologia a carico delle ossa. Questo esame densitometrico rientra nei programmi di prevenzione dell’osteoporosi per i soggetti oltre i 65 anni, da effettuarsi ogni 18-36 mesi, poiché la quantità di calcio nell’organismo cala naturalmente con l’età e occorre dunque tenerlo sotto controllo. È invece consigliato in età fertile se vi è il forte sospetto che lo scheletro possa aver perso il suo contenuto di minerali quale conseguenza, ad esempio, di prolungate terapie con farmaci corticosteroidi o in presenza di celiachia o di morbo di Crohn ma anche per carenza di vitamina D e forti dimagrimenti.
In particolare poi la MOC è consigliata per le donne con amenorrea per più di sei mesi consecutivi, in caso di menopausa precoce (prima dei 45 anni), o se nella propria famiglia ci sono state donne (madre, sorelle, nonne, zie) che hanno subìto fratture per piccoli traumi prima dei 75 anni di età.