Una data importante quella del 3 novembre 2021: è stato infatti adottato, con Accordo Stato-Regioni, il documento dal titolo “Linee di indirizzo sull’attività fisica. Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie”, redatto dal Tavolo di lavoro per la promozione dell’attività fisica e la tutela della salute nelle attività sportive. Il documento approfondisce un tema significativo quale l’importanza dell’attività fisica in ogni fascia d’età nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche non trasmissibili, quale strumento terapeutico necessario per migliorare lo stato di salute fisica e mentale.
All’interno del documento, un paragrafo importante delinea le best practice, le raccomandazioni, il setting di comunità e sanitario per quanto riguarda una fascia d’età particolarmente fragile, in cui la salute e il benessere psico-fisico riveste un ruolo cruciale: quella degli anziani. Il testo pone inoltre una riflessione su come poter “rimettere in moto” la popolazione all’indomani della pandemia e su come poter costruire possibilità e opportunità di pratica dell’attività fisica al netto di ostacoli e restrizioni imposte dalla situazione emergenziale.
Il documento così redatto vuol essere uno strumento utile per i decisori, per operatori sanitari e non e dei diversi stakeholder coinvolti nella promozione dell’attività fisica, per favorire sinergie e interventi volti a incrementarne i livelli in tutta la popolazione con una maggior omogeneità di azione a livello nazionale. Approfondiamo di seguito le informazioni salienti contenute nel paragrafo relativo agli anziani, tema di grande interesse per Confcommercio Salute, Sanità e Cura.
Linee di indirizzo sull’attività fisica nella popolazione anziana
Raccomandazioni
Promuovere e facilitare la pratica regolare di attività fisica negli anziani è particolarmente importante, perchè questo gruppo di popolazione è molto spesso il meno attivo. Secondo I’Oms, al fine di migliorare la salute cardiorespiratoria e muscolare, ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili (MCNT), depressione e declino cognitivo, gli adulti over 65 anni dovrebbero svolgere almeno 150-300 minuti alla settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità o almeno 75-150 minuti di attività fisica aerobica a intensità vigorosa ogni settimana o una combinazione equivalente di attività con intensità moderata e vigorosa.
Si raccomanda, inoltre, di associare esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari, 2 o più volte a settimana, nonchè attività fisica multicomponente (combinazione di attività aerobica, rafforzamento muscolare e allenamento dell’equilibrio), svolti in un’unica sessione almeno 3 giorni a settimana, per aumentare le capacità funzionali e ridurre il rischio di cadute accidentali. I soggetti di questa fascia d’età che non possono raggiungere i livelli raccomandati, a causa delle loro condizioni di salute, dovrebbero adottare uno stile di vita attivo e svolgere attività a bassa intensità, nei limiti delle proprie capacità e condizioni. Infatti, anche attraverso le normali occupazioni della vita quotidiana si può mantenere un adeguato livello di attività. In questa fascia d’età l’attività fisica da considerare comprende il trasporto attivo (ad esempio a piedi o in bicicletta), le attività professionali (se la persona è ancora impegnata nel lavoro), le attività ricreative o di svago, lo sport o l’esercizio pianificato.
Poichè la tolleranza all’esercizio tende a diminuire con l’età, gli anziani che hanno avuto stili di vita sedentari e stanno iniziando un programma di attività fisica hanno bisogno di un piano di attività che sia di intensità e quantità assoluta inferiori. Gli anziani con scarsa mobilità dovrebbero svolgere attività fisica per tre o più giorni alla settimana. Le attività di rafforzamento muscolare dovrebbero essere svolte due o più giorni a settimana includendo il maggior numero di gruppi muscolari, associando esercizi per l’equilibrio al fine della
prevenzione delle cadute.
Benefici dell’attività fisica negli anziani
L’attività fisica può prevenire le malattie cardiovascolari, la morbilità e la disabilità dell’anziano. Rispetto ai soggetti meno attivi, gli uomini e le donne anziane più attivi hanno tassi più bassi di mortalità totale, di malattia coronarica, ipertensione, ictus, diabete di tipo 2, cancro del colon e del seno, una maggiore efficienza cardiorespiratoria e muscolare, una massa e una composizione corporea migliore e un profilo e un profilo lipidico più favorevole per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e del diabete di tipo 2. Un’attività fisica di intensità moderata è in grado di ridurre di circa 10 mmHg i valori di pressione arteriosa alla stregua di qualsivoglia trattamento farmacologico monoterapico.
Un’attività fisica moderata produce un effetto positivo sulla funzione immunitaria, riduce il rischio di infezioni delle vie aeree, preserva la struttura e la funzione cerebrale favorendo il mantenimento della plasticità neuronale e protegge il sistema nervoso da eventuali danni derivanti dall’esposizione a stress. ln generale, l’esercizio fisico è in grado di migliorare il tono muscolare e la capacità di movimento, nonchè di ridurre l’osteoporosi e di indurre un rilascio di mediatori neurormonali che conferiscono una sensazione di benessere generale.
Setting comunità
Per favorire uno stile di via attivo e sano è necessario non solo modificare i comportamenti individuali, ma anche le condizioni ambientali, culturali e sociali. Le aree metropolitane sono spesso poco adatte a favorire, per gli anziani, la pratica di regolare attività fisica in sicurezza. Pertanto, strettamente connesso all’invecchiamento sano e attivo è il concetto di comunità “age friendly”, che pone attenzione all’ambiente fisico e sociale e a quei fattori che possono facilitare o ostacolare la possibilità per gli anziani di invecchiare in modo attivo e che necessita del coinvolgimento di tanti ambiti diversi: dall’urbanistica (con la progettazione di aree verdi pubbliche o la rimozione delle barriere architettoniche) al mondo del volontariato e dell’educazione; dal ruolo della comunicazione alle azioni di sensibilizzazione rivolte a potenziali alleati tra diversi settori, operatori sanitari, imprese, associazioni e club sportivi. Un elemento determinante nella progettazione e attuazione degli interventi è coinvolgimento e la partecipazione degli anziani, strumento necessario per garantire l’efficacia dell’iniziativa, la sua replicabilità, nonchè la sua sostenibilità e continuità in base ai bisogni effettivi rilevati dagli anziani stessi.
La promozione di corrette abitudini alimentari e dell’attività fisica negli anziani è non solo uno strumento di miglioramento dello stato di salute, ma anche un mezzo per aumentare le opportunità di socializzazione attraverso, ad esempio, i Gruppi di Cammino. La promozione del cammino nella comunità e l’attivazione di Gruppi di Cammino destinati alla popolazione adulta-anziana sono attività facilmente organizzabili, praticabili anche in contesti con modesta disponibilità di risorse economiche e integrabili con semplici esercizi di forza e di equilibrio.
Setting sanitario
Il medico di medicina generale è in una situazione privilegiata per identificare gli anziani sedentari e promuovere l’attività fisica. In tal senso, comunque, tutti gli operatori sanitari (medici specialisti come geriatri, cardiologi, fisiatri, ma anche infermieri- fisioterapisti…) sono indispensabili per la promozione dell’attività fisica nell’anziano. Il medico e gli altri operatori devono porsi obiettivi minimi, realisticamente condivisibili con i soggetti cui vengono prospettati. Interventi condotti utilizzando le competenze di base del counselling nelle cure primarie possono essere utili per aumentare i livelli di attività fisica ed aiutare il paziente a progredire nell’adozione o nel mantenimento di uno stile di vita più attivo.
Prima di iniziare un programma di attività fisica, soprattutto per gli anziani precedentemente sedentari, è necessaria una consultazione con il proprio medico per valutare fattori di rischio, escludere controindicazioni e identificare i soggetti da inviare a controlli più approfonditi in relazione al tipo di attività da intraprendere e alla sua intensità. È importante valutare anche i farmaci assunti dall’anziano. Particolare attenzione deve essere posta ai soggetti che assumono:
- beta-bloccanti il cui uso potrebbe non permettere la valutazione dell’attività fisica attraverso il monitoraggio della frequenza cardiaca;
- farmaci ad azione sedativa ed ipnoinducente che potrebbero incrementare il rischio di cadute;
- insulina e di ipoglicemizzanti orali che potrebbero modificare il rischio di caduta
Inoltre, la possibile disidratazione secondaria a esercizi fisici intensi potrebbe incrementare il rischio di ipotensione indotta da farmaci come antidepressivi, gli antipertensivi, gli ipnotici, i diuretici.