Terza dose anti-Covid per over 40 e primi dati sull’influenza stagionale: il punto

È un novembre delicato quello del 2021 in Italia. Sarebbe esagerato parlare di quarta ondata, ma è pur vero che un’importante risalita dei contagi da Covid sta interessando il Paese negli ultimi giorni. In Italia l’impatto dell’aumento dei casi sugli ospedali è quantitativamente inferiore rispetto al periodo in cui non c’erano i vaccini. Anche alla luce di questo aspetto, è necessario continuare nella campagna vaccinale e non abbassare la guardia. Per questo, una circolare firmata dal Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, ha aperto ufficialmente alla somministrazione delle terze dosi anche per la fascia d’età 40-59 anni.

“Ferma restando la priorità della vaccinazione dei soggetti ancora in attesa di iniziare/completare il ciclo vaccinale primario – si legge nella circolare – nonché della somministrazione della dose booster (di richiamo) alle categorie per le quali è già raccomandata, a partire dal 1° dicembre 2021 sarà altresì possibile procedere con la somministrazione della dose booster, con vaccino a m-RNA, anche ai soggetti di età compresa tra i 40 e i 59 anni, nei dosaggi autorizzati per la stessa (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty di Pfizer/BioNTech; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax di Moderna), purché siano trascorsi almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato”.

Il mese di novembre porta con sè un’ulteriore complicazione: il ritorno dell’influenza quest’anno sembra aver colpito più duramente della passata stagione, quando lockdown e mascherine hanno tenuto a bada la circolazione del virus. Dal bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità relativo al periodo dal 18 ottobre al 7 novembre 2021 sono infatti stimati un totale di circa 573mila casi con una incidenza arrivata nell’ultima settimana presa in esame (1-7 novembre) al 3,5 per mille assistiti e un totale di 207 mila casi. Nella stagione 2019-20, in questa stessa settimana, il livello di incidenza era pari a 1,15 casi per mille assistiti inferiore a quello osservato nell’attuale stagione.

Al momento il bollettino dell’Iss parla di una “brusca partenza della curva delle sindromi simil-influenzali in Italia” che accanto all’incidenza media del 3,5 per mille segna un valore ben più alto per i bambini sotto i cinque anni per i quali si rileva una incidenza di 15,8 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni l’incidenza scende invece a 3,79, nella fascia 15-64 anni a 3,02 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 1,64 casi per mille assistiti.

Necessario sottolineare come nove Regioni (Val d’Aosta, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna) non abbiano ancora attivato la sorveglianza InfluNet (ma le stime del bollettino sono comunque nazionali) e che tra le Regioni che hanno attivato la sorveglianza, Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale fissata per quest’anno al 3,16 per mille.

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