Martedì 15 luglio il Ministero della Salute ha trasmesso alla Conferenza Unificata il nuovo Piano di Azione Nazionale per la salute mentale 2025-2030. Il documento si basa su un modello che supera un esclusivo approccio clinico in materia, spaziando negli ambiti sociali ed in quelli relazionali della salute mentale, in linea con quanto richiesto e stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Commissione Europea.
La centralità spetta all’uomo come tale e non classificato come paziente, con particolare attenzione alla famiglia e ai caregivers in generale. I dipartimenti di salute mentale diventano il centro del sistema. Dovranno collegare ospedali, territorio, servizi sociali, scuola, lavoro e terzo settore.
Sono 6 le aree in cui il piano è articolato: 1) promozione, prevenzione e cura; 2) infanzia e adolescenza; 3) giustizia e misure di sicurezza; 4) risk management e sicurezza; 5) integrazione socio-sanitaria; 6) formazione e ricerca.