Cos’è l’aderenza terapeutica e perché può essere utile strumento in più contesti assistenziali

Come sottolineato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) “la scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società”. Ecco perché diventa importante conoscere bene il concetto di “aderenza terapeutica”, un servizio rilevante all’interno della macroarea del socio sanitario.

Ancora l’AIFA precisa che “per aderenza alla terapia si intende il conformarsi del paziente alle raccomandazioni del medico riguardo ai tempi, alle dosi e alla frequenza nell’assunzione del farmaco per l’intero ciclo di terapia. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. Com’è ormai noto, la popolazione anziana è quella più a rischio sotto il profilo dell’aderenza alle terapie, specie in compresenza di più patologie. L’Italia è al secondo posto in Europa per indice di vecchiaia, con intuibili conseguenze sull’assistenza sanitaria a causa del numero elevato dei malati cronici”.

A “Salute in Rete”, in compagnia della dottoressa Clara Cassanelli (consulente Confcommercio Salute, Sanità e Cura) approfondiamo il tema riflettendo sull’importanza di questo strumento in vari contesti assistenziali e allargando la riflessione a tutto il panorama italiano, partendo dall’analisi di 3 contesti regionali in cui si sono registrate esperienze di rilievo: parliamo di Veneto, Lombardia e Liguria.

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