Covid, l’Oms: “La pandemia resta un’emergenza mondiale ma la svolta è vicina”

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ritiene che il Covid-19 rimanga un’emergenza sanitaria di portata internazionale perché continua ad essere “una pericolosa malattia infettiva” che può causare notevoli danni alla salute delle persone e ai sistemi sanitari dei Paesi. In una dichiarazione adottata dal direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, su raccomandazione del Comitato di emergenza dell’organizzazione, si riconosce anche che la pandemia è entrata in una fase di “transizione”, in cui bisogna muoversi con grande attenzione. Gli esperti dell’Oms hanno anche sollecitato Tedros a riflettere su come passare dalla fase di emergenza a una fase normale, in cui si convivere con il virus in sicurezza.

La situazione è molto migliore rispetto al picco di Omicron di un anno fa con più di 170.000 decessi correlati a COVID-19 a livello globale segnalati nelle ultime otto settimane. Nel mondo sono state somministrate 13,1 miliardi di dosi di vaccini COVID-19, con l’89% degli operatori sanitari e l’81% degli anziani (oltre i 60 anni) che hanno completato la serie primaria. Sono stati compiuti progressi significativi anche nello sviluppo di efficaci contromisure mediche; si è consolidata l’esperienza per il sequenziamento genomico e l’epidemiologia genomica e nel capire come gestire l’infodemia nel nuovo ecosistema informativo, comprese le piattaforme dei social media. Ma, osserva l’Oms, “la sorveglianza e il sequenziamento genetico sono oggi diminuiti a livello globale, rendendo più difficile rintracciare le varianti note e rilevarne di nuove”.

Inoltre nel mondo “i sistemi sanitari sono poi ancora alle prese con COVID-19 e si prendono cura dei pazienti con influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV)”, il tutto in un quadro, è sempre l’Oms, a sottolinearlo “di carenza di personale sanitario e con operatori sanitari sempre più affaticati”.

Per l’Oms è inoltre assolutamente necessaria un’azione di sanità pubblica a lungo termine, perché, “anche se l’eliminazione di questo virus dai serbatoi umani e animali sembra altamente improbabile, la mitigazione del suo impatto devastante sulla morbilità e sulla mortalità si può ottenere ma solo se resta un obiettivo prioritario della sanità mondiale”. Ma in ogni caso la fine dell’emergenza globale è vicina e per questo il Comitato in accordo con l’Oms ha convenuto sulla necessità di mettere a punto una serie di azioni e proposte rivolte a tutti gli Stati membri per mantenere l’attenzione globale e nazionale su COVID-19 dopo la conclusione del PHEIC.

In attesa di queste nuove indicazioni l’Oms ha comunque diramato sette nuove raccomandazioni temporanee:

Mantenere lo slancio per la vaccinazione COVID-19 per raggiungere il 100% di copertura dei gruppi ad alta priorità guidati dalle raccomandazioni SAGE in evoluzione sull’uso di dosi di richiamo;

Migliorare la segnalazione dei dati di sorveglianza SARS-CoV-2 all’OMS;

Aumentare la disponibilità e garantire la disponibilità a lungo termine delle contromisure mediche;

Mantenere una forte capacità di risposta nazionale e prepararsi per eventi futuri per evitare il verificarsi di un ciclo di panico e abbandono;

Continuare a lavorare con le comunità e i loro leader per affrontare l’infodemia e implementare efficacemente misure di salute pubblica e sociali basate sul rischio (PHSM);

Continuare ad adeguare le misure relative ai viaggi internazionali, sulla base della valutazione del rischio, e a non richiedere la prova della vaccinazione contro il COVID-19 come prerequisito per i viaggi internazionali;

Continuare a sostenere la ricerca per vaccini migliorati che riducano la trasmissione e abbiano un’ampia applicabilità, nonché la ricerca per comprendere l’intero spettro, l’incidenza e l’impatto della condizione post COVID-19 e per sviluppare percorsi di assistenza integrata pertinenti.

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