“Con giuste regole e qualità, il privato accreditato fa bene anche al pubblico”.
E’ il titolo della lettera del presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura, Luca Pallavicini, indirizzata a Luciano Fassari, direttore di Quotidiano Sanità (uno dei più importanti media online di settore a livello nazionale) su uno degli argomenti attuali più rilevanti in tema di Sanità.
QUI IL TESTO PUBBLICATO SUL PORTALE DI QUOTIDIANO SANITA’
La lettera
Gentile Direttore,
il settore sanitario e socio-sanitario in Italia è supportato sia da strutture pubbliche che private accreditate. L’accreditamento permette alle strutture private di erogare servizi sanitari e socio-sanitari per conto del Servizio Sanitario Nazionale. Le strutture private accreditate, come gli ospedali a gestione privata, possono quindi effettuare prestazioni in nome e per conto del SSN, e sono soggette a verifiche riguardo requisiti organizzativi, tecnologici e autorizzativi, rendendole paragonabili, sotto molti aspetti, agli ospedali a gestione pubblica.
L’attività del settore privato accreditato incide sul finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale: per esempio, nel 2018 l’Italia ha speso in media 392 euro per abitante per erogare prestazioni tramite il Privato Accreditato, che rappresentava il 20.3% della spesa sanitaria complessiva.
Il quadro finanziario e normativo che regola l’accreditamento e la remunerazione delle strutture private accreditate è complesso e varia da regione a regione. Ognuna stabilisce autonomamente un limite di spesa massima per le prestazioni, limite che è determinato annualmente; e le strutture private accreditate sono pagate ex post, ossia solo dopo la verifica e la valutazione delle prestazioni erogate. Questo meccanismo può incentivare una gestione efficiente e controllata delle risorse, contribuendo potenzialmente a contenere i costi.
L’accreditamento è un processo attraverso il quale le strutture sanitarie private vengono ufficialmente riconosciute per fornire servizi secondo standard definiti dal sistema sanitario nazionale o regionale. Questo modello è spesso parte di un sistema sanitario misto, in cui il settore privato collabora con quello pubblico per offrire servizi ai cittadini.
Vorrei qui soffermarmi su alcune delle principali motivazioni che sottolineano come il settore privato accreditato possa contribuire al risparmio nella spesa sanitaria globale.
Efficienza operativa – Le strutture private accreditate tendono a operare con una mentalità orientata al risultato e possono avere maggiore flessibilità nella gestione delle risorse rispetto al settore pubblico. Questo può tradursi in una efficienza operativa e riduzione dei costi.
Specializzazione e innovazione – Il settore privato può essere rapido nell’adottare nuove tecnologie e pratiche innovative. Questa specializzazione può portare a interventi efficienti e rapidi, riducendo i tempi di degenza e migliorando i risultati per i pazienti.
Riduzione delle liste d’attesa – Il coinvolgimento del settore privato aiuta a ridurre le liste d’attesa nel sistema pubblico, permettendo un accesso tempestivo ai trattamenti e potenzialmente riducendo i costi associati a lunghe attese, come il peggioramento delle condizioni di salute che richiederebbero trattamenti più costosi.
Focalizzazione sul paziente – Il settore privato può offrire un servizio personalizzato, con attenzione alla customer satisfaction, che può migliorare l’esperienza complessiva del paziente e possibilmente condurre a migliori esiti di salute.
Concorrenza – La presenza di un settore privato accreditato introduce una forma di concorrenza che incentiva l’efficienza e la riduzione dei costi, beneficiando l’intero sistema sanitario.
Complementarità dei servizi – I privati possono offrire servizi complementari a quelli pubblici, colmando eventuali lacune e aumentando l’accessibilità alle cure per i cittadini.
Tuttavia, è importante considerare che i benefici del settore privato accreditato nel sistema sanitario sono soggetti a un’adeguata regolamentazione e a una forte governance per assicurare che la qualità dei servizi sia mantenuta e che l’accesso sia equo.
Luca Pallavicini
Presidente Confcommercio Salute, Sanità e Cura