Saturimetro, facciamo chiarezza: cos’è, come funziona e perché è importante

Insieme a mascherine e gel igienizzanti per le mani, con la pandemia da Covid-19 sono in molti ad aver “riscoperto” l’importanza di un altro dispositivo medico di prevenzione e monitoraggio, utile a identificare una possibile positività del Coronavirus nel nostro corpo. Si tratta del saturimetro, un apparecchio in grado di misurare l’ossigenazione del sangue. Ormai lo si trova in vendita in tutte le farmacie e perfino online. Ma cos’è davvero un saturimetro? Come funziona? Perché è importante? Soprattutto, qual è l’utilità di questo strumento nel monitoraggio di malattie e infezioni diverse dal Covid-19?

Detto anche pulsossimetro, questo strumento, applicato sul dito, restituisce la percentuale di emoglobina satura di ossigeno (ovvero legata all’ossigeno) rispetto a tutta l’emoglobina presente nel sangue. Detto più semplicemente, il saturimetro è utile per sapere se i propri polmoni riescono ad assumerne ossigeno sufficiente dall’aria che si respira. Ossigeno che viene inalato attraverso naso o bocca e, attraverso bronchi e bronchioli, arriva nei polmoni. Il polmone è costituito da una fitta rete di alveoli, ognuno costituito da un sottile strato di epitelio che permettere gli scambi gassosi. È proprio qui l’ossigeno entra in contatto con il sangue, nel quale è presente o fisicamente dissolto nel plasma o chimicamente legato all’emoglobina.

I raggi infrarossi emessi dal saturimetro attraversano l’unghia del dito (in genere l’indice della mano destra, dove si applica lo strumento) e sono in grado di misurare la percentuale di saturazione dell’emoglobina arteriosa (indicata come SpO2). Questo avviene perchè l’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi incaricati del trasporto dell’ossigeno nel sangue, assorbe la luce rossa e quella infrarossa. Se l’emoglobina non è legata all’ossigeno assorbe la luce rossa, mentre se lo sta trasportando assorbe la luce infrarossa. Il saturimetro misura dunque la parte di radiazioni che attraversa il dito: maggiore è la quantità di radiazioni infrarosse assorbite, maggiore è la percentuale di ossigeno nel sangue.

I valori normali di ossigenazione (riportati come SpO2) vanno dal 97% in su ma non sono preoccupanti valori fino a 94%, soprattutto in pazienti con note patologie polmonari. Se l’ossigenazione scende al disotto del 90% in soggetti con febbre elevata, tosse e mancanza di respiro è necessario contattare il numero regionale. Oltre ai valori di ossigenazione, la maggior parte dei saturimetri riporta anche la frequenza cardiaca: quando si legge i risultati del saturi metro è importante non confondere i due dati.

Ma il saturimetro non è stato inventato esclusivamente per valutare la presenza o meno del Covid all’interno del sistema respiratorio. Questo utile apparecchio medico viene normalmente usato nei pazienti con asma, bronchite cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva, polmoniti, apnee notturne e altre malattie che colpiscono le vie aeree. Può essere utile dunque avere un saturimetro in casa oltre al classico termometro per misurare la febbre. Un costante “automonitoraggio” in casa da parte di tutti è importante per salvaguardare la propria salute e, soprattutto in questo periodo, anche quella altrui. 

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