Trattato mondiale contro le pandemie: Ue e Oms lanciano la proposta

L’idea non è nuova, dal momento che già dai primi mesi del 2020, esperti e osservatori hanno sottolineato come un migliore coordinamento internazionale avrebbe permesso di tenere sotto controllo la pandemia da Covid in modo più efficiente. Oggi, dopo un anno di pandemia, i tempi sembrano essere maturi: il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il direttore generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus lanciano la proposta di un nuovo Trattato internazionale per la preparazione e la risposta alle pandemie. Tra i firmatari della proposta c’è anche Mario Draghi.

Gli obiettivi del trattato sono stati illustrati su alcuni giornali internazionali, attraverso la pubblicazione di un editoriale firmato non solo da Michel e dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom, ma anche dai leader di oltre 20 paesi: Figi, Thailandia, Portogallo, Italia, Romania, Regno Unito, Ruanda, Kenya, Francia, Germania, Grecia, Corea del Sud, Cile, Costa Rica, Albania, Sudafrica, Trinidad e Tobago, Paesi Bassi, Tunisia, Senegal, Spagna, Norvegia, Serbia, Indonesia e Ucraina. Il nuovo trattato dovrebbe concentrarsi su cinque approcci per affrontare future emergenze sanitarie:

• Identificazione precoce e prevenzione delle pandemie
• Gestione delle future pandemie;
Risposta a ogni nuova pandemia, assicurando in particolare un accesso universale ed equo a farmaci, sistemi di diagnostica e vaccini;
• Un quadro di regole più strutturato che renda più efficace il lavoro dell’Oms nel gestire i problemi sanitari globali;
• Un approccio “Salute unica” (“One Health”), per occuparsi congiuntamente della salute tra gli esseri umani, gli animali e in generale il pianeta.

Mentre il Covid-19 “approfitta delle nostre debolezze e divisioni – si legge nel testo dell’appello lanciato – questo impegno collettivo rappresenta una tappa importante per consolidare la preparazione alle pandemie al massimo livello politico”. “Ci saranno altre pandemie – scrivono i leader – e altre situazioni d’emergenza sanitaria di grande ampiezza. Nessun governo, né alcun organismo multilaterale può, da solo, far fronte a questa minaccia“. Secondo Michel, “il Trattato è utile per tracciare una cornice internazionale per la cooperazione, a partire dallo scambio di informazioni quando affrontiamo l’inizio di una possibile pandemia, per investire nella ricerca e avere medicine e quanto occorre per affrontare la pandemia”, e anche per avere più trasparenza per tutti sulle catene di approvvigionamento e il livello di produzione dei vaccini.

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