Salute di bimbi e famiglie tra Dad e disturbi alimentari: i dati di un anno difficile

Quali ripercussioni ha avuto il lockdown tra le mura domestiche? Quali sono stati, per famiglie e studenti,  gli effetti di una pandemia che ha tenuto la popolazione in casa tra il 2020 e il 2021? Sono le domande a cui ha cercato di dare una risposta l’Istituto comprensivo P. Carmine di Cannobio, Cannero Riviera e Valle Cannobina, con un’indagine sulle ripercussioni del lockdown e della pandemia sugli studenti e sulle famiglie. Lo studio è stato esteso ai docenti per valutare le ricadute della pandemia sul loro benessere psico-fisico.

Partendo dai bambini, lo studio ha rivelato una situazione generale in cui gli effetti della pandemia, pur non avendo avuto una ricaduta significativa sui bambini dal punto di vista fisico, si sono manifestati su questo target sotto l’aspetto psicologico. In particolare, si è verificato un calo delle comuni vaccinazioni per malattie esantematiche, rendendo i bambini più vulnerabili a contrarre malattie facilmente prevenibili. Vi è stato inoltre un aggravarsi del deficit di apprendimento e delle malattie psicologiche legate proprio all’isolamento e alla chiusura delle scuole, che hanno generato un aumento delle diseguaglianza sociali e culturali.

Inquadramento generale della situazione

I problemi più frequenti riscontrati nei bambini sotto i 6 anni sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e ansia. Per i ragazzi dai 6 ai 18 invece è prevalsa la sensazione di mancanza d’aria con cambiamenti legati al sonno, instabilità emotiva con irritabilità e modifiche dell’umore. Interessante come la gravità dei comportamenti disfunzionali in bambini e ragazzi sia associata al grado di malessere dei loro genitori dovuto allo stress causato dalla pandemia. In loro sono stati riscontrati disturbi dell’umore e del sonno con un aumento del consumo di farmaci ansiolitici.

Uno dei problemi connessi alla pandemia è poi l’alterazione della percezione dei dati ricevuti. Nonostante i genitori cerchino di fare da filtro tra le informazioni contrastanti che raggiungono i loro bambini, questo sembra non bastare. Sarebbe necessario indagare a fondo e capire ciò che i bambini sentono e provano: senza questo passaggio ne deriva un messaggio di difficile comprensione, che potenziato dai gesti quotidiani di provare la febbre e mettere la mascherina, crea un concetto ambiguo di “sano-malato”. Vediamo ore più nello specifico i dati emersi dallo studio dell’Istituto comprensivo P. Carmine

Effetto lockdown: crescono i disturbi alimentari

Più del 30%: questo l’incremento medio dei casi di disturbi alimentari nell’ultimo anno (ovvero da febbraio 2020 a febbraio 2021) rispetto allo stesso periodo del 2019-2020, con un abbassamento della fascia d’età (13-16 anni) e un aumento delle diagnosi di anoressia nervosa.  Durante il primo lockdown, gli italiani hanno scoperto che i disturbi alimentari affliggono i propri figli più di quanto si potesse immaginare. Il fenomeno è sotto traccia, dal momento che solo il 10% di chi soffre di questi problemi chiede aiuto.

Qualche dato: le persone che in Italia soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono circa 3 milioni, di cui 2,3 milioni sono adolescenti. Le patologie di questo tipo emergono in prevalenza tra i 12 e i 25 anni, ma ultimamente l’età di insorgenza dell’anoressia nervosa si sta abbassando e circa il 20% delle nuove diagnosi riguarda la fascia d’età tra gli 8 e i 14 anni.

Alcuni suggerimenti per le famiglie

Ecco alcuni suggerimenti per i genitori direttamente dall’Istituto comprensivo P. Carmine:

Comunicare le proprie emozioni – Quando parli con un bambino usa un tono della voce calmo e rassicurante e assicurati che l’infante sia tranquillo prima di iniziare il dialogo. Ricordati che i bambini in stato di agitazione parlano velocemente e con un tono di voce più alto, inserendo più argomenti contemporaneamente, senza rendersene conto. Cerchiamo di creare dei momenti per il dialogo, invitando i bambini/ragazzi a esprimere le loro emozioni senza giudicarli.

Contatto visivo – Per comunicare abbassati all’altezza del bambino e guardalo negli occhi, questo crea un contatto e lo rassicura. Aggiungete se lo ritenete necessario qualche carezza o un gesto affettuoso.

Respirazione – Se il bambino è agitato o in uno stato ansioso, il suo respiro potrà essere accelerato. Prova a regolarlo attraverso un piccolo esercizio da fare insieme: rendi l’espirazione più lunga dell’ispirazione, ispira quattro secondi ed espira per sette secondi.

 

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