Oltre all’inevitabile ripercussione sul settore sanitario e socio-sanitario, nonchè sull’economia del Paese, l’emergenza Covid in Italia comporta altri effetti negativi soprattutto sulla persona: il virus e il conseguente lockdown mettono a dura prova in primis la salute mentale dell’individuo, ma non solo: una vita più sedentaria e una certa inattività motoria minaccia il benessere fisico della popolazione, in ogni fascia d’età.
La problematica legata alla pandemia non è passata inosservata all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che lo scorso 25 novembre ha presentato, tramite lo slogan Every Move Counts (qui il video della campagna), le nuove linee guida dell’Oms su attività fisica e sedentarietà. Con le nuove raccomandazioni, l’Oms ha di fatto aggiornato e sostituito quelle precedenti, risalenti al 2010, fornendo nuove e utili indicazioni a persone di tutte le età e abilità, tra le quali figurano consigli specifici rivolti alle donne in gravidanza e alle neo mamme, così come a persone che convivono con condizioni croniche o disabilità. Il tutto con un obiettivo ben preciso: ridurre del 15% l’inattività fisica entro il 2030 e invitare tutti a muoversi regolarmente, a maggior ragione all’indomani della pandemia.
Le nuove linee guida si pongono in continuità sia con le raccomandazioni pubblicate nel 2010 sia con quelle più recenti specifiche per i bambini sotto i 5 anni di età. Sono quindi ribaditi alcuni messaggi chiave basilari già affermati in precedenza: fare un po’ di attività fisica è meglio di niente; aumentarne la quantità permette di ottenere ulteriori benefici per la salute; qualsiasi tipo di movimento conta. Le statistiche dell’Oms hanno evidenziato come 1 adulto su 4 e 4 adolescenti su 5 non facciano abbastanza attività fisica. A livello globale, questo tasso di sedentarietà ha un costo notevole: 54 miliardi di dollari spesi ogni anno in assistenza sanitaria diretta, ai quali si aggiungono 14 miliardi in perdita di produttività. Inoltre, se la popolazione mondiale fosse fisicamente più attiva, si eviterebbero, ogni anno, fino a 5 milioni di decessi.
Alla luce di tali statistiche, quali sono le novità all’interno delle linee guida dell’Oms sull’attività fisica per mantenersi in salute? Le nuove linee guida dell’Oms raccomandano a tutti gli adulti (compresi i soggetti affetti da patologie croniche o disabilità) almeno 150-300 minuti di attività aerobica (da moderata a intensa) alla settimana e ai bambini e agli adolescenti una media di 60 minuti al giorno (e non “almeno un’ora al giorno” come raccomandato precedentemente). Le persone di età pari o superiore ai 65 anni dovrebbero includere nella propria quotidianità anche attività che migliorano l’equilibrio, la coordinazione motoria e, ovviamente, il rafforzamento muscolare, in modo da ridurre il rischio di cadute accidentali. A tutto questo va aggiunto che la regolare attività motoria riduce sensibilmente anche i sintomi di depressione e ansia, contrastando al tempo stesso il declino cognitivo e migliorando la memoria e la salute del cervello.
Rispetto alle precedenti Global recommendations on physical activity for health del 2010, nel nuovo documento sono indicati per la prima volta i livelli raccomandati di attività fisica e di comportamenti sedentari per alcuni gruppi specifici quali donne in gravidanza e nel postparto, adulti e anziani con condizioni croniche (in particolare pazienti oncologici, individui con ipertensione o diabete di tipo 2, soggetti HIV-positivi) e persone con disabilità. A tal proposito, in assenza di controindicazioni le donne in gravidanza e nel postparto dovrebbero svolgere almeno 150 minuti settimanali di attività fisica aerobica di moderata intensità e, in questa fase della vita femminile, possono ottenere benefici praticando anche uno stretching dolce. Per adulti e anziani con condizioni di cronicità rimangono valide le raccomandazioni attribuite alle fasce d’età corrispondenti, e lo stesso vale per le persone con disabilità senza specifiche controindicazioni.