È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino Covid nei soggetti con pregressa infezione dal virus (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica). Questo purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione. A stabilirlo è l’ultima circolare del Ministero della Salute, annunciata nel pomeriggio del 21 luglio dal sottosegretario Costa e firmata in serata dal Direttore generale della prevenzione, Gianni Rezza.
La circolare però precisa: “Per i soggetti con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, in caso di pregressa infezione da Covid, resta valida la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista”. L’ultima circolare del Ministero della Salute fa seguito alla precedente circolare del 3 marzo 2021, visto il parere del Comitato tecnico scientifico di cui all’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Inoltre, la circolare coglie l’occasione per ribadire che, come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale.