Anziani e depressione: i dati dell’Iss su una problematica sempre più presente

Continuiamo a occuparci di anziani e di tutto ciò che attiene alla salute mentale della persona fragile, soprattutto a seguito della Giornata Mondiale della Salute Mentale di domenica 10 ottobre 2021. Come Confcommercio Salute, Sanità e Cura abbiamo già approfondito l’argomento toccando varie sfere della salute mentale, insieme a esperti del settore (qui il link all’approfondimento sulla salute mentale). Ora è il momento di soffermarci su un tema specifico della salute mentale: parliamo di depressione. Negli ultimi 4 anni infatti la depressione ha colpito 13 ultra 65enni su 100. Il disagio aumenta con l’avanzare dell’età raggiungendo il 22% dopo gli 85 anni, soprattutto tra le donne (16% contro il 9% degli uomini). Tra gli adulti, l’8% delle persone tra 50 e 69 anni e il 5% fra i 18 e i 34 anni dichiarano di avere sintomi depressivi. Ma, tra gli anziani, il 28% di persone con sintomi depressivi (28%) non chiede aiuto. Lo rivelano i dati Passi e Passi d’Argento raccolti dal 2017 al 2020 e diffusi proprio in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2021.

Secondo i dati di Passi d’Argento coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, gli ultra 65enni sentono compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 19 giorni nel mese precedente l’intervista. “Fra queste persone – si legge in una nota del’Iss – oltre alla salute psicologica, anche quella fisica risulta compromessa: nel mese precedente l’intervista chi soffre di sintomi depressivi ha vissuto mediamente 17 giorni in cattive condizioni fisiche (contro i 3 giorni riferiti dalle persone libere da sintomi depressivi) e circa 14 con limitazioni alle attività quotidiane abituali (contro i 2 giorni riferiti da persone senza sintomi depressivi). Nel complesso la percezione della propria salute risulta compromessa e la gran parte di loro riferisce di sentirsi male o molto male (44%) o appena discretamente (47%)”.

I sintomi depressivi aumentano di numero all’avanzare dell’età (raggiungono il 22% dopo gli 85 anni), nella popolazione femminile (16% contro il 9% negli uomini), tra le classi socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche (31% in chi riferisce molte difficoltà economiche contro il 7% di chi non ne riferisce) o per bassa istruzione (17% fra coloro che hanno al più la licenza elementare vs 8% fra i laureati), tra chi vive solo (16%) e fra le persone con diagnosi di patologia cronica (24% in chi riferisce due o più patologie croniche vs 7% di chi non ne ha).

Nonostante tutte queste evidenti problematiche, una discreta quota di persone con sintomi depressivi non chiede aiuto (il 28%). Chi lo fa, solitamente si rivolge ai propri familiari/amici (23%) o a un medico/operatore sanitario (16%) e nella maggior parte dei casi (33%) a entrambi.

La depressione nella popolazione adulta

In Italia solo il 6% degli adulti lamenta sintomi depressivi e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 15 giorni nel mese precedente l’intervista. I sintomi depressivi sono più frequenti con l’avanzare dell’età (sfiorano l’8% fra i 50-69enni contro il 5% fra i 18-34enni), nella popolazione femminile (8% vs 5% fra gli uomini), tra le classi socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche (15% contro il 4% di chi non ne ha) o per bassa istruzione, tra chi non ha un lavoro regolare continuativo (8%), fra chi riferisce almeno una diagnosi di patologia cronica (13% vs 5% fra chi non ne ha) e fra chi vive da solo (8%).

 

 

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