Il futuro delle Rsa nel post Covid: il summit di QS con Conf. Salute (focus e interviste video)

Si è svolto mercoledì 18 maggio, presso la Sala Copernico di Milano, l’importante summit nazionale incentrato sul tema “Dall’emergenza all’eccellenza: il futuro delle Rsa nel post Covid-19”.

Una tavola rotonda, prodotta e diretta per la parte giornalistica dai professionisti di Quotidiano Sanità e Popular Science, che ha visto coinvolti relatori di grande caratura, tra cui il presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura, Luca Pallavicini. Con lui anche il presidente di Italia Longeva Roberto Bernabei, Matteo Marastoni (responsabile Governo clinico Gruppo La Villa), Claudio Mastroianni (presidente SIMIT) ed Ernesto Palummeri (responsabile Alisa per l’emergenza Covid nelle Rsa della Liguria).

Un’importante occasione di confronto su molti temi, tra cui quello dei vaccini, oltre che di riflessione sulle sfide post Covid che attendono la macroarea del settore socio sanitario. L’approfondimento completo in primo piano su Quotidiano Sanità.

Il ruolo delicato e importante delle Rsa

“Siamo il Paese più vecchio del mondo, insieme al Giappone, e la popolazione continua ad invecchiare. Oggi in Italia ci sono quasi 15.000 centenari, mentre all’inizio del’900 ce n’erano 46”, ha osservato Roberto Bernabei. “In futuro non si potrà prescindere da un’organizzazione sanitaria che permetta di ospitare i più anziani in delle strutture. Le RSA svolgono e svolgeranno quindi un ruolo fondamentale. Il PNRR prevede la realizzazione di case di comunità e ospedali della comunità e l’aumento dell’assistenza domiciliare tra gli ultra 65enni. Credo che bisogna riscoprire le RSA, che nel periodo di tempo che intercorre tra oggi e la realizzazione del PNRR possono diventare uno spoke di salute. Vaccinare nelle strutture, diffuse su tutto il territorio sarebbe facilissimo, perché ci sono tutte le competenze”. Qui il video intervento di Bernabei.

La pandemia ha duramente colpito i più fragili, in particolar modo gli anziani e le persone che soffrivano di diverse patologie pregresse, con un effetto devastante sulle RSA. “In realtà sono state colpite tutte le comunità chiuse, le RSA ma anche i conventi di clausura e le carceri”, ha quindi spiegato Ernesto Palummeri. “Il risultato nelle RSA è stato diverso perché questi luoghi ospitano i più fragili dei fragili. Nel corso della prima ondata sono state colpite soprattutto le strutture con più posti letto, perché non erano stati messi in atto provvedimenti”. E riporta l’esempio della Liguria, dove grazie ad una serie di interventi la mortalità a causa del Covid-19 nelle RSA è stata ridotta del 65%. Qui il video intervento di Palummeri.

Un cambio d’approccio da parte del settore

“Il mondo delle RSA sta cambiando radicalmente e deve farlo in un’ottica propositiva”, ha quindi commentato Luca Pallavicini (il video intervento del presidente di CSSC è in primo piano). “Il futuro delle RSA passa anche attraverso il nostro impegno”, ha aggiunto. “L’impegno della Confcommercio è serio e deve andare a rivedere tutti gli aspetti che riguardano gli accreditamenti delle strutture, la normativa nazionale e che in qualche modo riprenda l’agire verso i bisogni delle persone anziane e verso la consapevolezza che queste persone devono essere assistite al meglio negli ultimi anni della loro vita”.

Matteo Marastoni, Responsabile Governo Clinico del Gruppo La Villa, che gestisce molte strutture di accoglienza in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e Toscana, ha aggiunto: “Per il futuro immaginiamo le RSA come un luogo di prevenzione e di cura, per gli ospiti che spesso sono pazienti ma che sono soprattutto persone che vivono nelle strutture”. Secondo Marastoni è fondamentale informare i pazienti e le famiglie dell’importanza delle vaccinazioni. Per farlo “è necessaria una collaborazione con l’ente pubblico e con il territorio. Servono linee guida utili e funzionali. E in questo osserviamo una difficoltà, perché Lombardia e Piemonte hanno dato indicazioni precise mentre le altre Regioni, per esempio, non lo hanno fatto”. Qui il video intervento di Marastoni.

L’importanza della prevenzione: vaccinazioni nelle RSA

“Prima dei vaccini, l’età media delle vittime del Covid-19 era di 81 anni, erano persone anziane e pluripatologiche, con una media di tre malattie”, ha aggiunto Bernabei.  “Difendersi dalla fragilità è in qualche modo uno dei segreti della longevità, che può essere raggiunta grazie ad uno stile di vita sano (alimentazione adeguata, esercizio fisico, ecc..) e grazie alla prevenzione e all’uso dei vaccini”. La somministrazione dei vaccini contro il Covid-19 ha permesso infatti di ridurre in maniera molto sensibile la mortalità. L’età media  della mortalità tra i vaccinati è aumentata, arrivando a 84 anni, quella dei non vaccinati è diminuita a 78 anni.

Eppure in Italia manca ancora la consapevolezza dell’importanza dei vaccini per gli adulti più fragili, ha osservato Claudio Mastroianni. “I tassi di copertura vaccinale in questa popolazione sono estremamente bassi ed espongono queste persone a malattie infettive prevenibili, che possono comportare tutta una serie di complicanze”. L’Herpes Zoster, per esempio, è una malattia molto invalidante, che colpisce in particolare gli anziani, o comunque gli adulti in caso di un abbassamento delle difese immunitarie. Può comportare conseguenze cardio-vascolari e cerebro-vascolari e la nevralgia post-erpetica, la sua complicanza più comune. Peraltro, l’analisi dei dati raccolti tra marzo 2020-febbraio 2021 di quasi 2 milioni di americani e raccolti in uno studio pubblicato sulla rivista Open Forum Infectious Diseases edita dalla Infectious Diseases Society of America, indica che i pazienti con diagnosi di COVID-19 possono avere una maggiore probabilità di sviluppare l’herpes zoster nei sei mesi successivi alla diagnosi.

“Oggi abbiamo a disposizione un vaccino ricombinante che può essere efficace nelle persone anziane, ma soprattutto nelle persone immuno-compromesse che non possono ricevere un vaccino vivo attenuato. Con questo vaccino riusciamo ad arrivare ad una protezione superiore al 90%”, ha spiegato Mastroianni. Il post-Covid sarà l’occasione di ripensare la sanità, e di dare maggior valore alle vaccinazioni. “Siamo stati abituati al fatto che la vaccinazione fosse a carico del territorio, delle AUSL, ma è importante che possa essere effettuata anche nelle strutture ospedaliere o nelle RSA, bisogna cogliere l’opportunità di vaccinare i pazienti in qualsiasi luogo di cura si trovino”. Qui il video intervento di Mastroianni.

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