Il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), convocato in via d’urgenza, ha approvato all’unanimità l’utilizzo di una dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid. Ora è dunque ufficiale: la terza dose di vaccino contro il Covid in Italia si farà. “Il Cda – si legge in una nota – ha approvato l’inserimento nell’elenco dei farmaci previsto dalla legge 648/96 della dose addizionale dei vaccini Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna)”. Ciò consente quindi di somministrare la terza dose anche se l’autorizzazione originale per i due vaccini riguardava due sole dosi.
Il provvedimento sarà efficace dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La commissione tecnico scientifica dell’Aifa ha sottolineato che “la priorità della campagna vaccinale rimane il raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati per ridurre la circolazione del virus e lo sviluppo di varianti e prevenire efficacemente l’insorgenza di patologia grave e di decessi”.
Ma a chi spetterà la terza dose di vaccino? Quali vaccini verranno utilizzati e da quando saranno disponibili? Facciamo chiarezza:
Terza dose di vaccino: chi la avrà e da quando
La commissione tecnico scientifica dell’Aifa ha ritenuto appropriato, in attesa dell’autorizzazione di Ema, rendere disponibili i vaccini Pfizer e Moderna:
- Come dose addizionale di vaccino Covid, dopo almeno 28 giorni dall’ultima somministrazione, a completamento del ciclo vaccinale nei soggetti adulti e adolescenti di età >12 anni (vaccino Pfizer) o >18 anni (vaccino Moderna) in condizione di immunosoppressione clinicamente rilevante. Rientrano nella suddetta categoria i trapiantati di organo solido e i soggetti che presentino, sulla base della valutazione clinica, un livello di immunocompromissione assimilabile.
- Come dose booster, al fine di mantenere una efficace risposta immune al vaccino dopo il completamento del ciclo vaccinale, dopo almeno 6 mesi dall’ultima somministrazione, nei grandi anziani (>80 anni) e nei soggetti ricoverati nelle Rsa. Tale opzione può essere resa disponibile anche agli operatori sanitari, a seconda del livello di esposizione all’infezione, del rischio individuale di sviluppare forme gravi di Covid e in accordo alla strategia generale della campagna vaccinale.
Secondo il piano del Governo si partirà a fine settembre con i 500mila pazienti immunodepressi (oncologici, trapiantati, pazienti con sclerosi multipla). A fine anno, probabilmente a dicembre, toccherà ai 4,2 milioni di over 80 e i 350mila ospiti delle Rsa. Poi, tra gennaio e febbraio 2022 riceveranno il booster gli operatori sanitari più a rischio di esposizione al contagio.
La terza dose di vaccino sarà di Moderna o Pfizer: “Qualora fosse stata eseguita una prima vaccinazione con vaccino adenovirale o nel caso in cui non fosse disponibile il medesimo vaccino a m-RNA utilizzato per le prime due dosi – precisa Aifa – si potrà ricorrere alla somministrazione di una dose aggiuntiva “eterologa” con il tipo diverso di vaccino a m-RNA”.
Tuttavia ancora non ci sono evidenze che suggeriscano una terza dose di vaccino in via prioritaria anche al resto della popolazione, come precisa anche la commissione tecnico scientifica dell’Aifa: “Sebbene le evidenze disponibili al momento siano coerenti nell’indicare l’effetto booster della terza dose nell’incrementare il titolo anticorpale, la durata della protezione dopo il completamento del ciclo vaccinale autorizzato da Ema e il rischio di infezione e sviluppo di malattia grave nella popolazione generale, anche in considerazione della variante attualmente prevalente, appaiono meno definiti. Per tale ragione, la Cts ritiene che al momento non ci siano sufficienti evidenze per raccomandare in via prioritaria la somministrazione di una terza dose di vaccino nella popolazione generale”.