I 50 anni del CEIS nel Convegno “Costruire il mondo nuovo”

Sono oltre 50.000 al mese gli articoli, le news e i messaggi social che parlano di dipendenze (droga, alcol, gioco d’azzardo patologico). Nel 37 % dei casi sono carichi di negatività, di rabbia, di malessere e esaminandone più a fondo i contenuti l’ansia per il coinvolgimento giovanile è prevalente e crescente. Dati che misurano la crescente sensibilità ai problemi sociali che si vive anche a Genova, che pure ha una storia da raccontare sulla loro gestione che risale addirittura al 1600 (una sorta di “metodo Genova”) in cui determinazione capacità e coraggio e una visione pratica orientata al problema ne erano il leitmotiv.

Lo stesso spirito che nel 1974 ha portato Bianca Costa a creare il CEIS Genova, oggi guidata dal figlio Enrico Costa. Nell’opera del Centro, sin dalle sue origini, tutti gli interventi rivolti sia a persone con problemi di dipendenza che a migranti accolti adulti e minori, sono stati ispirati alla filosofia del Progetto Uomo che nei suoi principi centrali mette in primo piano la persona valorizzando le sue risorse, la spiritualità e le potenzialità interiori.

Nella ricorrenza dei 50 anni dalla fondazione, il Centro Solidarietà di Genova ha colto l’occasione per condividere con la città una riflessione umanitaria, professionale e di prospettiva sul contesto attuale delle dipendenze e del grande dramma sociale dell’immigrazione e dell’accoglienza. “Costruire il mondo nuovo” è l’evento che in tre mesi, da marzo a maggio di quest’anno, si è articolato in tre parti: le attività di approfondimento tematico preliminari, la restituzione alla città nel Convegno pubblico del 6 maggio a Palazzo Ducale e le iniziative collaterali in memoria di Bianca Costa e di tutto il volontariato.

Nel Convegno conclusivo del 6 maggio a Palazzo Ducale si sono alternati importanti interventi quadro, con testimonianze di livello nazionale e internazionale in grado di fornire una visione completa e aggiornata delle tematiche oggetto della manifestazione: un importante slancio dell’impegno civile gestionale e normativo per affrontare il presente e il futuro della qualità sociale della vita in modo pragmatico e con concreti valori, com’era nello stile di Bianca Costa.

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