Viaggi in Europa, svolta dal Consiglio Ue: il ruolo del Green Pass torna al centro

Svolta significativa da parte dell’Unione Europea sui viaggi in tempi di Covid: occorrerà tenere conto solo del Green Pass e non della situazione del Paese, passando così da un regime di restrizioni di viaggio basato sull’area di provenienza del viaggiatore a uno fondato sulla persona e sul suo stato di protezione dal Coronavirus.

Le novità dal 1 febbraio

Martedì 25 gennaio il Consiglio Europeo ha infatti approvato le raccomandazioni di viaggio, non vincolanti per gli Stati, secondo le quali i viaggiatori in possesso di un certificato verde valido non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni di circolazione. Le raccomandazioni valgono dal 1 febbraio.

Il certificato di vaccinazione a livello europeo è valido se sono passati almeno 14 giorni e non più di 270 giorni (9 mesi) dall’ultima dose del primo ciclo vaccinale (con un vaccino autorizzato in Ue) o se la persona ha ricevuto il booster. I Paesi sono liberi di accettare certificati vaccinali basati su farmaci autorizzati dall’Oms.

Il certificato di test è valido se il molecolare (Pcr) è stato fatto non oltre 72 ore prima del viaggio e l’antigenico (rapido) non oltre 24 ore prima. Il certificato di guarigione è valido se non sono passati più di 180 giorni dalla data del test positivo. Alle persone che non hanno il pass può essere richiesto di fare un test prima dell’arrivo o non oltre 24 ore dopo. I viaggiatori essenziali, i pendolari transfrontalieri e i bambini sotto i 12 anni dovrebbero essere esentati da questo requisito.

Così i commissari europei Stella Kyriakides e Didier Reynders, dopo l’approvazione delle raccomandazioni di viaggio aggiornate: “Ogni Stato membro dell’Ue decide le restrizioni di viaggio in base alle circostanze che si trova ad affrontare. Tuttavia la variante Omicron si è ormai diffusa in tutta Europa ed è giunto il momento di valutare l’interruzione delle misure di viaggio supplementari introdotte da alcuni Stati membri nelle ultime settimane, che hanno reso i viaggi nell’Ue più complicati e meno pianificabili. Invitiamo ora tutti gli Stati ad attuare rapidamente le norme comuni per garantire coordinamento e chiarezza per i nostri cittadini e per i viaggiatori. Questo accordo pone il certificato Covid digitale dell’Ue al centro del nostro approccio coordinato”.

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