Rsa e gestione della sicurezza: le linee guida da seguire, guardando oltre il Covid

Il 2020, ormai è chiaro, è stato un anno di assoluta incertezza e difficoltà, da molti punti di vista. In primis quello sanitario, con ospedali saturi e terapie intensive in ginocchio, nonchè una forte mancanza di infermieri fra ospedali ed Rsa. E proprio all’interno delle Rsa si concentra spesso la presenza di soggetti fragili: anziani certo, ma anche disabili, persone con problemi psichici o legati alla tossicodipendenza. Necessario dunque iniziare il 2021 con nuove certezze e punti di riferimento, tracciando linee guida utili al sistema sanitario e socio-sanitario. Quali sono, ad esempio, le linee guida di comportamento per la gestione della sicurezza all’interno delle strutture socio-sanitarie come le Rsa? Cerchiamo di stilare un possibile vademecum insieme al dottor Fabio Tirelli, socio fondatore di Confcommercio Salute Sanità e Cura.

«Quando parliamo oggi di un manuale di sicurezza all’interno delle Rsa – spiega Tirelli – sostanzialmente parliamo di prevenzione delle infezioni. Oggi le sfere del socio-sanitario sono chiamate ad affrontare un’infezione complessa e grave come il Covid, ma più in generale possiamo dire che gli operatori delle Rsa sono costantemente preda delle malattie infettive: va da sè che i soggetti più anziani siano più soggetti ad ammalarsi e ad avere poi gravi conseguenze derivanti dall’infezione. Dunque la maggior parte delle precauzioni che prendiamo oggi all’interno delle Rsa devono continuare nel tempo, ben oltre il Covid. Confcommercio Salute si impegna costantemente per fornire anche una certa qualità e trasparenza dell’informazione: inutile dunque non ammettere che questa pandemia sia servita a noi per correggere determinati errori che stavamo compiendo».

Errori che, secondo Tirelli, sono messi in risalto dai dati raccolti nel corso degli anni: «Osservando le statistiche relative al flusso di mortalità nelle strutture, abbiamo verificato come nei periodi invernali, da gennaio a marzo, le Rsa facevano registrare picchi di mortalità dovuti a malattie influenzali e/o polmonari che circolavano nell’ambiente in carenza parziale di modelli di sicurezza. Oggi noi affrontiamo il Covid con una sovrapproduzione dei livelli di sicurezza per l’estrema infettività della patologia, ma fondamentalmente i modelli di sicurezza da garantire sempre, Covid o non Covid, sono tre: controllo rigoroso e radicale dei contatti fra persone fragili e ambiente circostante, da tradursi nella rilevazione della temperatura corporea, nella certificazione dei precedenti contatti e nel divieto di ingresso nelle strutture alle persone che presentano sintomi. In secondo luogo, è necessario ridurre la densità massima di persone in uno stesso luogo. Infine, il terzo elemento riguarda il controllo costante delle condizioni di salute dei soggetti fragili, anche in questo caso da operare tramite rilevazione della temperatura e tramite saturimetro. Da sottolineare come gli esami clinici possono essere effettuati direttamente nelle Rsa, senza il bisogno per le persone di recarsi negli ospedali. In questo senso Confcommercio sta lavorando a veri e propri poliambulatori interni alle Rsa».

Tre modelli ben distinti, con al centro un unico denominatore secondo Tirelli: «Il tampone deve diventare il principale strumento di controllo: è necessario che chiunque entri all’interno delle strutture venga tracciato in immediato. Il tampone rapido, di qualità deve essere effettuato a personale e ospiti almeno una volta a settimana e subito alle persone esterne alle Rsa che vi fanno ingresso». Infine un consiglio dal dottor Tirelli in merito al vaccino disponibile dal 2021: «Tutte le persone che possono vaccinarsi lo facciano. Il vaccino Pfizer è certificato, testato e controllato dalle massime autorità mondiali. Non vaccinarsi significherebbe assumersi una grande responsabilità nei confronti della popolazione più anziana oltre che di se stessi».

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