Tutelare la salute del bambino nei primi giorni di vita: una guida per genitori e operatori sanitari

Occuparsi di salute e cura fa rima con intervenire e correggere, ma non solo: pensare al benessere della popolazione può e deve significare anche investire precocemente in salute, coltivare i presupposti di una prospettiva di salute migliore per la persona e la collettività. In questo senso, la conoscenza dei principali fattori di rischio per la salute e di quelli protettivi nei primi mille giorni di vita del bambino – che vanno all’incirca dal concepimento al secondo anno di età – può cambiare radicalmente le prospettive di salute dei propri figli, da piccoli e da adulti. Una necessità resa ancora più forte dal fatto che gli effetti dell’esposizione a taluni fattori ambientali possono manifestarsi molto avanti nel tempo, traducendosi in patologie come in fallimenti scolastici e difficoltà di integrazione sociale.

Da questa consapevolezza nasce il documento Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita, rivolto a genitori, operatori sanitari e policy maker. Un’utile guida messa a punto dal Tavolo tecnico del Ministero della Salute, a cui ha partecipato l’ISS insieme ad altri enti e società scientifiche. Il Documento, composto da oltre duecento pagine, si divide sostanzialmente in due parti: la prima è dedicata alle Azioni per genitori/caregiver e per gli operatori coinvolti, quest’ultimi, ciascuno per le proprie competenze (ginecologi, ostetriche, pediatri, operatori dei Consultori familiari, medici di famiglia e specialisti); la seconda parte ruota invece attorno alle Strategie per i policy maker. A chiudere il testo un focus su quattro condizioni particolari: gravidanza ad alto rischio, gemellarità, prematurità e procreazione medicalmente assistita (PMA).

Vediamo nel dettaglio la prima parte del documento, articolata nei sette periodi in cui si dividono i primi mille giorni di vita del bambino a cominciare dal periodo preconcezionale, che va dal momento in cui la donna non esclude una gravidanza fino al concepimento. Seguono il primo trimestre di gravidanza, il secondo e il terzo trimestre, il percorso travaglio-parto-nascita, il primo mese di vita del neonato, il suo primo anno e, infine, il secondo anno di vita del bimbo. Per ogni periodo, vengono presi in esame i rischi relativi ad 11 aree tematiche: dalle conoscenze e competenze genitoriali all’alimentazione e ad altre abitudini di vita, dall’assunzione di farmaci agli screening ed esami da effettuare, dalle possibili malattie genetiche alla salute mentale, dalle informazioni su infezioni e vaccini ai fattori ambientali.

Quali sono le principali raccomandazioni nei primi mille giorni di vita del bambino? Importante l’assunzione di acido folico e di un adeguato apporto di sale iodato nel periodo preconcezionale, nonchè la prevenzione dei rischi da esposizione a interferenti endocrini e radiazioni ionizzanti. Si raccomanda di adottare stili di vita salutari soprattutto durante l’età fertile e di prestare attenzione al proprio stato immunitario. È necessario garantire un’adeguata assistenza durante il percorso nascita alle informazioni sui rischi di infezioni in gravidanza. A questi si aggiunge il monitoraggio costante, durante tutto il percorso, della salute mentale della donna e della coppia, con un focus sul ruolo del padre, sul suo coinvolgimento attivo per tutte le tappe del percorso, sia dal punto di vista pratico che emotivo.

La seconda parte del documento è dedicata alle strategie per i responsabili delle decisioni politico- legislative (policy maker) con un’analisi sui Benefici economici e sociali degli investimenti nelle prime epoche della vita: evidenze e meccanismi. Secondo il Nurturing Care Framework, redatto nel 2018 da Oms, Unicef, Banca Mondiale, e a cui il Documento ministeriale si ispira, “investire nello sviluppo precoce del bambino costituisce uno dei migliori investimenti che un paese può fare per sviluppare la sua economia, promuovere società pacifiche e sostenibili, eliminare la povertà estrema e ridurre le disuguaglianze”. Chiude la seconda parte una sintesi del Quadro normativo e dei documenti programmatici di riferimento.

 

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